DI SIMON CONTARMI- 1601. 279 di Milano, avrebbe ella tentalo già quell’ azione, o non larderebbe molto a tentarla. E in questo proposito disse a me un giorno assai confidentemente il signor ambasciatore del re Cattolico, ch’egli teneva nelle sue istruzioni d’impedirne ogni pensiero al signor Duca, intravenendo il desiderio in che viveva il suo re della pace d’Italia. Non dico a Vostra Serenità i fondamenti delle pretensioni tenutevi da Sua Altezza, siccome cose assai ben note a questo Eccellentissimo Senato. Dirò bene due particolari a Vostra Serenità; il primo, che in diversi principj di mosse d’armi che fece Sua Altezza per Saluzzo, tornata la prima volta di Savoia innanzi che si accomodasse col Cristianissimo, tenne sempre il signor duca di Mantova rinforzati i presidj in Casale e in Alba, città pure del Monferrato al primo confine di Sua Altezza, standovi con altrettanta attenzione le genti nel custodirla, che se vi avessero avuto il campo sotto; e si parlava della guerra fra quei due principi, per tal fatto, come di proposito quasi risoluto. Il secondo particolare che accadde in questa causa, non solo importante al signor Duca di Mantova, ma all’ Italia tutta e a Vostra Serenità ancora, che ne gode così bella parte , è che il Pontefice ha fatto tener più di quattro volte ragionamento dal Nunzio in Torino con quell’Altezza per terminare queste differenze, contentandosi il duca di Mantova di ricevere la principessa seconda di Savoia (poiché non piace al padre di dar la prima) per moglie del principe di Mantova suo figlio senza dote, anzi con dare a Sua Altezza undici terre del Monferrato confinanti con gli stati di Piemonte, con questo però che si rimovesse il signor Duca poi da qualunque sua pretensione sopra il rimanente. Veniva egli da tal partito a ricevere utile di 500,000 scudi, 300,000 cioè nel risparmio della dote della figlia, e 200,000 nel valsente delle terre offerte ; tuttavia non ha voluto Sua Altezza assentirvi, avendo risposto sempre al Nunzio non ricusare di far parentado con la casa Gonzaga, ma non volere per alcun modo rinupziare alle pretensioni del Monferrato, risoluto che rimangano in piedi. Si sarebbe il signor duca di Savoia accomodato con ricevere la metà di quello stato, cioè la parte oltre il Tanaro