DI SIMON CONTAMINI. 1601. 293 quattro figliuoli che circa 15,000 scudi d’entrata per uuo ; avendo io tutto ciò inteso da sicurissima parte. Viene però il signor Duca pensando di farne uno uomo di Chiesa applicandogli grossa entrata di juspatronali del paese, e sarà questo Maurizio. Uno è provveduto con la Commenda Maggiore di Castiglia in Spagna, e doveva passarsene a quella Corte. Un altro manderà forse in Francia; restando nel disegno di far l’ultimo Gran Maestro della Religione di San Maurizio, ed applicarlo all’esercizio del mare con le proprie galere. La principessa maggiore Margherita sarà ormai ne’ 13 anni, di persona assai scarsa, e senza fallo molto più bella d'animo che di volto, sebbene si trovi accompagnata da una vivezza e da un’ aria amabile assai. Del matrimonio di lei sono vari i discorsi , volendo alcuni che si abbia a dare al principe di Condè se accaderà ch’egli resti in speranza della corona di Francia; concetto che rimane al presente indebolito assai stante la gravidanza di quella regina. Dicono altri al principe di Fiorenza; ma l’intenzione di Sua Altezza piegava assai ad uno de’fratelli dell’imperatore, che potesse riuscire re de’Romani, per vederla poi, se mai potesse, imperatrice; non declinando con questo concetto dall’eminenza degli altri suoi. Rimangono Isabella, Maria e Caterina; l'una delle quali potrebbe col principe di Mantova ultimare le differenze del Monferrato (1). Sul fine della mia ambascieria giunsero al signor Duca lettere del re di Scozia, nelle quali con termini molto affettuosi addimandava egli una di queste figliuole in moglie, sì per la condizione del nascimento loro, come perchè disegnando egli alla successione del regno d’Inghilterra, pensava che questa parentela con il re Cattolico fosse per apportargli senza dubbio grandissimo commodo Ma quanto al signor Duca, non parve che aggradisse la proposta ; bensì s’ingegnò di rispondere con maniera assai grata, volendo aspettare in (I) Non alcuna di queste, ma la maggior sorella Margherita andò sposa nel 1608 al principe di Mantora: senza però che ne risultasse la qui sperata composizione delle cose del Monferrato; la quale ebbe luogo più lardi in altro modo, come abbiamo accennato a pag. 193.