1)1 COSTANTINO MOLIN. 1583 121 dà segno di avere principal mira a maritarsi di maniera die possa, col mantenersi in effetto e nell’opinione degli altri dipendente da sè medesima soltanto, stabilir la quiete comune. Ora il differir questa risoluzione è con poca soddisfazione di Sua Altezza, che però tuttavia la tiene sospesa per farla compitamente bene; sebben questo è ancora con molto dispiacere de’suoi Stati, che vorrebbono ormai vedersi assicurare, insieme con la successione del loro principe naturale, la propria quiete. Da quanto ho detto sinora, con quel poco ch’io aggiungerò al presente, si può facilmente venire in cognizione dei pensieri che abbia S. A. intorno a lutti i principi con i quali possa aver interesse; e prima dirò quanto occorre dei confinanti. Coi Francesi è il sig. Duca principalmente interessato , con i quali però, per vari rispetti , non ha quell’ intelligenza che per ciò ricercherebbe il servizio dell’ una e del -1’ altra parte, sebbene essendo nato ed allevato da madre francese dovrebbe esser inclinatissimo a quella nazione, siccome posso dir con verità eh’ io trovai Sua Altezza nei primi mesi della mia ambascieria ; ma per il successo di Ginevra occorse gran mutazione, avendola questo mossa a sdegno tale che non si può immaginar maggiore; nè con la sua solita prudenza valeva a dissimularlo in molte occasioni; anzi nei ragionamenti, e in qualche azione ancora, ne dava manifesto segno; il che siccome si è saputo da altri, sarà ancor facilmente arrivato all’orecchie di Sua Maestà; ed è da credere che ingombri ancora assai l’animo deH’Allezza Sua quanto confessò quel prigione, che fuggito dal castello di Torino scrissi essere stato condotto nella rocca di Bard, essendo stati massime dal re stesso fatti efficaci offici per la sua liberazione. Da Sua Maestà Cristianissima ha parimente il sig. Duca corrispondenza di poco buona soddisfazione, la quale può essere che cominci da assai alta radice, uon potendo esser in Francia memoria se non molto dispiacevole che il sig. Duca passato con la giornata di San Quintino fosse causa principale che Enrico, padre di questo re, con una necessaria pace restituisse tanto stato, che solo basterebbe a fare un principe grande. 16