DI FRANCESCO VENDRAMIN. 1589. 133 Guisa, e con tante sollevazioni di tutta la Francia, aprirsi molto felicemente la strada all’ acquisto di qualche provincia in quel nobilissimo regno, fondando le sue speranze sopra gli aiuti del re Cattolico, incominciò a preparar forze e a metter genti insieme, essendo passato dissimulatamente in Savoia con grandissime speranze, e avendo trattato di lunga mano col duca d’ Umena e con quelli della Lega, che gli facevano moltiplicale istanze ch’egli dovesse entrar con esercito in Francia in persona. Pensò prima di occupar due piazze nel Deltinato e qualche altra fortezza nella Provenza, tenendo Sua Altezza nell’ una e nell’ altra di queste provincie diverse intelligenze acquistate col mezzo dei dipendenti dalla Lega, e nutrite con una lunga continuazione di negozi e di grandissime spese ed interessi. Ma accrescendosi allora maggiormente ogni giorno le oppressioni d’ Enrico III e dei suoi dipendenti (aggiunta la rivolta importantissima della città di Lione), era di già risoluto il sig. Duca d’entrar in Francia da più d’una parte con molte forze, procurando con molte instanze gli aiuti di Sua Maestà Cattolica ; dalla quale però non aveva egli mai potuto avere il consentimento libero per questa risoluzione. Era eccitala Sua Altezza particolarmente dalle proposte e dai parliti che le erano continuamente messi innanzi dagl’inimici di Sua Maestà Cristianissima, con offerirle di farla capitano della Lega, di por le piazze principali di Francia, per sicurtà di questo, nelle sue mani, e finalmente di farla padrona di quel regno e di quella corona. Mostravano ancora in quel tempo i francesi ghisardi (che così nominano i popoli dependenti dalla Lega) di desiderar infinitamente che il sig. Duca di Savoia facesse una simile risoluzione, non già per beneficio di Sua Altezza, nè per incoronar lei nè altri in qual si voglia accidente di quel regno, ma ben per incamminarsi maggiormente, con la rovina d’Enrico III e dei suoi dipendenti, al-1’ acquisto d’una libertà popolare, da loro, con diversi pretesti di religione e d’ altro, per ogni strada possibile procurata e pretesa; pensandosi allora quei popoli di poter alterare facilmente la forma del governo con l’opera del sig. Duca, per scacciarlo poi fuori di Francia quando Sua Altezza si fosse