94 DELAZIONE DI SAVOJA rancio di superare quesla difficoltà con interessare tanti principi cosi grandi, de’ quali conviene l’imperatore aver molto bisogno. E se pure con questo imperatore non potrà ottenere cosa alcuna, vedendolo così mal complessionato, e promettendo poca vita, spera che forse potendosi innovar molte cose nella sua morte, anco questa potrà essere alterata. Onde dalle so-pradetle cose credo io che così facilmente non si possa fare giudizio dove debba cascare questa deliberazione del parentado, vedendo da tutte le parti esservi de’contrari (1): pure essendo necessitato il duca di farlo, e non convenendo tardar troppo in questa risoluzione, non occorre ch’io vi stia più discorrendo sopra. Ma sia dove si voglia questa risoluzione, poco piacerà al duca di Nemours (2) e ai principi suoi figliuoli, poiché se Sua Altezza mancasse ora di vita, sarebbe egli successore di quegli Stati ; e però forse questo principe, per lutto quello che potesse succedere del Duca, è passato in Piemonte, come in quello Stato, nel quale, confinando con lo Stato di Milano, gli potrebbe esser posta maggior difficoltà dagli Spagnuoli nell’ ereditarlo quietamente, di quello che potesse dubitare de’ Francesi nella Savoia, per esser egli sempre dipenduto da quella corona , ed anco per essere amatissimo da tutti quei popoli e nobili che sono di là dai monti , essendo per il vero principe molto amabile e pieno di buonissime condizioni, se ben ora trovandosi tutto stroppiato dalla podagra non può mai muoversi dalla carega. Con lutto poi che questa sua passala in Italia non sia stata di molto piacere di Sua Altezza (portando sempre il dominar stati in compagnia grandissimi sospetti, e massime di quelli che più propinquamente possono pretendere), tuttavia cerca il Duca di dissimular quanto più può ogni sua dubbietà accarezzando e tenendosi sempre appresso i detti figliuoli di Nemours; onde si può anco sperare che da questi umori non sorgeranno disgusti di sorte alcuna, essendo il Duca molto circospetto, e (I) Sposò finalmente, come è noto, nell’agosto del 1.S84, l’infanta di Spa gna donna Caterina. (-2) Figlio di uno zio paterno di Émmanuel Filiberto. Di lui parla più lungamente la seguente Relazione del Molino.