220 RELAZIONE DI SAVOJA seco suo non stima che quella maestà gli possa esser molto affezionata, così perchè quando Sua Altezza era per maritarsi, desiderando di avere la prima figliuola del re Cattolico, che dubitava che dovesse darsi allTmperatore, per disturbare questa pratica fece fare in Spagna molti mali oCBzj contro Sua Maestà, attribuendole poca sanità ed altri mancamenti; come anco perchè avendo dichiarato monsignor di Racconigi legittimo della casa di Savoia e abile alla successione, essendo quegli stati feudi dell’ Imperatore, viene in un certo modo ad avere pregiudicalo alle ragioni di Sua Maestà; la quale restò aucora con qualche disgusto del signor Duca per alcune operazioni fatte da lui sopra il feudo di Zuccarello, del quale tuttavia si traila a quella corte. E quando Sua Maestà mandò a ricercar grani per il conte d’Arco, Sua Altezza si scusò; e quando mandò per riscuotere certo reslo delle contribuzioni imperiali, reslò senz’ altro questa faccenda sospesa. Con il re di Francia ha tenuto sin qui mala volontà per le guerre che vi sono state; come all’ incontro S. M. Cristianissima, così perchè quando offerse al sig. Duca la sorella sua, ora regina di Navarra, per moglie, ne fece poco conto, come per la presa del marchesato di Saluzzo, e per altre offese che ha ricevute, non può verso il sig. Duca aver mollo buon animo. Con il re Cattolico tiene Sua Altezza la congiunzione che è benissimo nota a V. S.; con tutto ciò non vi è stata mai compita soddisfazione. E perchè nelle operazioni privale mollo meglio si scuoprouo gli animi degli uomini che d' altro modo, dirò io a V. S. che trovandosi un giorno Sua Altezza ammalata nel letto, dove nou entrava allra persona che il medico suo ordinario e la serenissima Infante, e dicendo il medico (così ricercato) che i generi d’ un uomo molto ricco in Torino, non stimando di avere avulo la parte che spettava alle figliuole, loro mogli, aspellavano con desiderio la sua morte per conseguire il loro, il sig. Duca guardò la serenissima Infante in certa maniera come se fra sè stessi dicessero d’essere alla medesima condizione: il che sospettando gli Spagnuoli, o per l’animo grande e spirito vivacissimo di S. A , o per qualche al-