466 RELAZIONE DI SPAGNA che si può dalle dimostrazioni apparenti che si vedono e dai successi che occorrono alla giornata , dirò quello che io credo intorno a questo capo. Quanto ai sommi pontefici, S. M. Cattolica li vuole in tutto per suoi dipendenti e confidenti, e però nelle elezioni procura che non ascenda alcuno a quel grado che sia di animo francese, e quindi alieno dalla sua devozione, o pure di. nobiltà singolare ; ma desidera principalmente che si faccia uno di bassa condizione e di poca considerazione, e che riconosca , se è possibile, il cardinalato e I’ altre grandezze da lui, e che abbia parenti poveri, per renderli poi con i be-nefizj e le pensioni suoi confidenti e parziali, e cerca con ogni suo potere di mettere in necessità i pontefici di dipendere affatto da’ suoi voleri, procurando di tenerli in officio col provvedere lo stato loro de’ grani della Puglia e della Sicilia, col difenderne le marine dalle incursioni delle armate turchesche e dalle depredazioni e scorrerie de’ corsari, col sostenerne l’autorità , ed in fine col dar loro ad intendere che sia in sua libertà il convocare il concilio, e in esso trattare dei costumi ed azioni loro. E sebbene l’assoluzione e ribenedizione di Na-varra ha turbato e commosso oltre modo l’animo della M. S. che sperava gran cose da questo pontefice, tuttavia dissimula questa offesa , come all’ incontro fa S. S. del pregiudizio che si reca in Spagna alle ragioni di Santa Chiesa , onde non solo i suoi ordini e decreti sono censurati e moderati dal consiglio del re, ma anco del tutto rejetti e sprezzati ; del che « vanni