10() RELAZIONE I>l SPAGNA officio con il re per dichiarare a S. M. che la sua andata a quella corte non era ad altro line se non per risolver certo suo negozio che teneva con il re Cristianissimo, e che tutto quello in che egli potesse servire S. M. in quella corte glielo dovesse far intendere , perciocché non pretermettcria alcuna occasione. Ma per il vero non parmi che sia molla confidenza dalla parie del re con questo signore, perciocché non ha mai voluto S. M. consentire che segua il matrimonio del principe di Parma nella sorella sua ; e per escludere dei tutto questo negozio gli fece pigliar la figliuola che fu dell’ infante Odoar-do, fu fratello del re Giovanni di Portogallo, avo del presente re, se bene questo matrimonio è con poca satisfazionc di detto principe, per quello che mi dicevano i proprj suoi. 11 duca di Fiorenza (1) si può affermare di certo non essere al presente in buona considerazione come é stato nel tempo passato, dimostrando tutti quei signori grande risentimento contro di lui, dicendo apertamente che non trovano in Sua Eccellenza se non tratti duplici e molto sospetti , c in fine hanno perduta quella buona opinione che tenevano di lei, né più comunica il re con quella i proprj negozj, nè le dimostra alcuna fiducia come soleva. Quando il pontefice mandò a S. M. monsignore Odescalchi per trattare unione per difesa della santa religione contro gli eretici, apertamente si diceva in corte che il duca di Fiorenza era il promotore e l’inventore di questa richiesta , con disegno di levare al re Pori’ Ercole e Orbetello, come fece di Siena, della quale dimostrano molto risentimento che gli fosse data ; e quando il principe suo figliuolo venne in corte (2) non fu veduto nè onorato come i suoi si aspettavano. Ma sì come si conosce chiaramente in quei signori poca buona volontà verso Sua Eccellenza , così lei non manca di usare tutti quegli uffizj , che giudica poter far vedere al serenissimo re lei essere il più devoto consigliere che S. M. possa avere, e continuamente si offre di mettere lo stato, i figliuoli e la propria vita in ser- (1 Cosimo I, considerato sempre come capo dello stalo malgrado 1’ allo di rinuncia del 1.© maggio lò6i a favore del ligliuolo Francesco. 2, Nel 1562, mandato dal padre appunto per ossequiare quel re.