1)1 ANTONIO TIEI’OLO. 1567. 159 pubblica sempre lontana ; posciaché pare , a chi vuol ben considerare la condizion de’ tempi presenti, che per altra parte che per questa non possa la1 Serenità Vostra perder la quieto in che ella ora si trova ; sendo per 1’ una parte l’imperatore poco potente per sè medesimo, e dagli aiuti di Germania , anco per la difesa, per diversi rispetti, favorito assai debolmente , ed il re Cattolico per I’ altra un fermo, stabile e possente propugnacolo a difesa contra ciascuno. Di manierachè siccome si può sperare , per gli accidenti di fuora, quando non sia questo del turco, questa cccellentiss. Repubblica esser, durante la vita di S. M., per vivere in sicurissima pace ; così per i moti di dentro può sperarsi il medesimo , vedendosi Vostra Serenità vigilantissima a tre cose principalmente : l’una, a non lasciar pullulare gli eretici, essendo pronta e sollecita al gastigo contra ciascuno ; 1’ altra, a tener col mezzo della giustizia, e del non procurar mai novità d’importanza ne’ popoli, ognuno contento : e la terza in fine , esser sì vigilante e gelosa delle sue cose, che non disprezzi qualsivoglia piccolo principio, il quale potesse poi far sollevazione importante. Fra le quali tre cose, le due ultime, non avvertite forse come bisognava da questo serenissimo re ( che dell’ altra non può assicurarsi ), sono state cause immediate dei tumulti e delle sollevazioni di Fiandra ; perchè le novità di grand’ importanza tentate da S. M. diedero occasione ai grandi di mal contento , ai quali la moltitudine poi, macchiata d’eresia, aperse la strada onde potessero a loro riparo valersi de’ popoli già concitali contra la vera religione ; e la tardanza poi di S. M. e il non credere che la lega falla da loro fosse per partorire alcun mal effetto , fu compiuta cagione di quella rovina. Mentre dunque attenderà la Serenità Vostra con somma vigilanza a tutto questo , siccome ha fatto con somma prudenza finora , può sperare una certissima pace per lunghissimo tempo; con la quale vien la Serenità Vostra a goder quella quiete tanto nel mondo desiderata, ma così poco asseguita , a non esser astretta d’imponere gravezze insopportabili ai vassalli per mantener la guerra, c di metter in pericolo i suoi popoli di sopportare incendi, rovine , prigionie , devastazione de’ cam-