DI GIOVANNI SORANZO. 1565. 9i) ra ; il che dispiacque molto ai ministri dell’ imperatore che si trovavano in corte, e se ne dolsero. Con i principi di Germania si può dir S. M. aver poca intelligenza , e che loro non abbiano molta satisfazione di lei, vivendo colà più che mai la memoria delle ruine che dicono aver ricevuto dall’ imperator Carlo suo padre, e delle molte insolenze che usarono gli spagnoli verso di loro. Il re poi dà a pochi trattenimento, nè fa loro alcuna offerta per la quale possano conoscere d’ esser amati e stimati da S. M. ; la quale stando di opinione che non le siano per mancar mai quanti soldati di quella nazione vorrà levare con i suoi denari, va scorrendo senza alcun complimento di satisfazione. Del che sono diversi che poco laudano il re per molti casi che potrebbero succedere, avendo massimamente i paesi di Fiandra in qualche pericolo, come ha inteso la Serenità Vostra. Con il re Cristianissimo (i), quelli che vorranno considerare le inimicizie, gli odi e le guerre tante e così continue , che acerbamente sono continuale tra l’imperatore Carlo e Sua Cattolica Maestà e quella corona , e vedono al presente le parti ridotte in così buona pace e unione, e che nelle occasioni in cui la Francia è stata questi giorni passati, così pericolose e d’importanza, è stata aiutata dal serenissimo re Cattolico, converranno affermare che i principi non si amano nè odiano tra loro , nè altro vogliono che il beneficio presente e particolare. Per quello dunque che si può discorrere si vede manifestamente la M. S. non dimostrare alcuna cattiva volontà verso il re Cristianissimo; ed essendole messe innanzi molte occasioni di muover l’armi conira quel regno, con l’intelligenza di diversi principali di Francia che la chiamavano, non si è potuto conoscer in lei alcun segno di volontà di rompere la pace, e nel procedere suo dimostra , e con la serenissima regina chiamandola buona madre, e con il re Cristianissimo chiamandolo buon fratello, tener molta amorevolezza. Nè per l’accidente della precedenza è seguila Ira loro nessuna parola di risentimento ; anzi avendo una volta 1’ ambascia- ci) Carlo IX, dichiaralo maggiorenne lino ila! 17 agosto 1SC3.