42 RELAZIONE DI SPAGNA Ai duca di Scssa (1) felicemente riuscì in Piemonte l’impresa di Contale e Moncalvo, ma non è chi gli attribuisca molta o poca intelligenza delle cose della guerra, e piuttosto vicn tenuto per uomo delicatissimo ed oziosissimo , che attenda tuttavia all’ amore , alle mascherate , a’ tornei, e cose tali, per le quali ha consumata quasi tutta la sua facoltà e gli è convenuto vender la maggior parte del suo stato, siccome della vita sua e del suo procedere quei di Milano ne sanno molto ben render conto, ed io ancora ne potrei dir più d’ una particolarità. Però egli ridotto in povertà, e tuttavia continuando nei medesimi modi, avria cara ogni occasione di provar fortuna, onde potersi rifare ; e di qua è nato qualche suo disegno di tentare alcuna impresa ; e quando giunse alla corte si lasciò particolarmente intendere che volentieri avria voluto il carico del-l’impresa d’ Africa, della quale si ragionava innanzi che seguisse il caso delle Gerbe. Procurò poi ancora d’esser fatto generale dell’ armata , e finalmente, quando si disse di mandare ajuto in Francia a’cattolici, dimostrò desiderio di esserne fatto capo, in caso che gli ajuti si avessero a mandare uniti, e non separati come si ragionava (2). 11 duca d’Alcala (3), viceré di Napoli, non ha mai veduto guerra , ed ora , come si dice, dimenticandosi di così gran carico che tiene, attende quasi continuamente ai giuochi e all’ ozio, lasciando la cura di quasi tutti i negozi al segretario Soto. Del duca di Medinaceli (4), viceré di Sicilia, non mi fa bisogno dir altro , poiché la riuscita della impresa delle Gerbe può dimostrare quanto il re si possa fidar di lui. Nei Paesi Bassi poi non saprei nominar altri, che avesse nome di buon capitano , che il conte d’Egmont, che ebbe (1) Ferdinando di Cordova, discendente dal gran capitano Gonzalvo al quale Ferdinando il Catlolico aveva conferito il ducato di Sessa nel regno di Napoli. Stette dal 1558 al 1560 al governo di Milano. (2) Del duca di Sessa e della sua matta prodigalità parlano anche le seguenti relazioni. (3) Parafan di Rivera, mandato viceré a Napoli nel giugno 1559. Mori in quel carico nell’aprile del 1571. (\) Don Giovanni della Cerda.