DI GIOVANNI SORANZO. 1565. 97 cederia con lo spagnolo, il quale disegnerebbe cose altissime , sì perchè avrebbe, con i suoi parenti, la naturalezza di Spagna ( per la quale saria levata a S. M. la scusa di non concedere loro vescovati ed altre dignità importantissime ), come perchè le converria soddisfare non solamente i parenti con molti carichi e gradi d’importanza , ma tutti quelli che Sua Santità volesse. Con l’imperatore (1) tiene S. M. in apparenza buona intelligenza , se ben forse nell’ intrinseco si potria giudicare non essere del tutto soddisfatta, conoscendo per causa di quello non esser succeduta a Cesare suo padre nell’ impero, e per essersi molte volte S. M. Cesarea lasciata intendere che tiene gran causa di dolersi, non avendo avuto l’imperator suo padre la porzione che giustamente gli conveniva della eredità della regina Giovanna , e certe porzioni negli stati dei Paesi Bassi ; le quali cose tutte furono trattate con l’imperator Carlo, che gli diede buona intenzione, per metter fine a tutte queste controversie , di rinunziargli lo stato di Milano , con la qual speranza lui si maritò nella sua figliuola Maria ; ma di poi non solamente non gli volle osservare questa promessa, ma non gli dette dote che convenisse nè all’ uno nè all’ altra (2). Tutte, queste cose vengono però dissimulate dall’ imperatore , perciocché conosce le forze sue non esser bastanti per dar molestia a questo serenissimo re ; il quale non avendo finora se non il principe unico figliuolo, di poca prosperità, e con pronostico che generalmente gli vien fatto di viver poco, succedendo tal morte, tutte le pretensioni e querele sariano finite, se non in lui, ne’suoi figliuoli. I quali, come benissimo deve esser noto alla S. Y., essendo nati di sorella di questo serenissimo re , verriauo a restar padroni, e a succeder negli stati e regni che ora sono posseduti da S. M. Cattolica. Il medesimo procedere si conosce nel serenissimo re, il quale bene intende questi pensieri, e conosce la indisposizione del principe suo figliuolo, onde non può far lunghi disegni sopra lui, e per ciò fece officio acciocché i due figliuoli (1) Massimiliano II, succeduto a suo padre Ferdinando I nel 1564. (2) Vengasi il T. 3° di questa Sèrie, p. 169, e altrove. Relazioni Venete. 13