DI PAOLO TIEPOLO. 1563. 57 mouio della principessa sua sorella (1) con esso duca . promossa , come scrissi, dal duca di Savoia, andasse innanzi. Il duca di Fiorenza (2) per tulio il tempo dell’ impera-tor Carlo, mostrando di riconoscer come doveva lo stato e la grandezza sua da lui, usò verso Sua Maestà ogni sorte di officio d’osservanza e di gratitudine, in modo che pareva che non avesse l’imperatore principe alcuno più amico e confidente di lui. Successe nella ¡stessa amicizia e confidenza col re Cattolico, tanto che il re soleva non solo comunicar con lui tulli i suoi consigli, e quasi dipender nelle deliberazioni dal parer suo, ma ancora fidargli nelle mani molte cose importanti, c particolarmente dargli la cura di provveder di genti c cose necessarie Porto Ercole ed Orbetello in tempo di sospetto del--l'armata turchesca. Ma dopo che egli, dimenticandosi quasi in tutto i beneficj ricevuti, cominciò, ad attender senz’alcun rispetto al solo utile suo , usando alcuni tratti doppi ed altre male arti colle quali gli levò dalle mani Siena , e fece freddamente la guerra, e compose astutamente la pace con Ferrara , e procurò d’alienargli l’animo del pontefice, e apertamente dimostrò l’ambizione sua per usurparsi le cose d’altri e particolarmente Pitigliano , e ha procurato d’esser creato re e quasi suo concorrente in Italia ; non solo ha perduto la stima, grazia e confidenza , ma ancora è caduto in grandissimo odio e sospetto appresso il re e tutta la corte. Però egli,-al qual tutte queste cose convengono esser ben note , più forse per mitigare e raddolcir gli animi, che per qualsivoglia altro disegno , si è mosso a mandar il principe suo figliuolo in Spagna ; ma che effetto sia egli per fare, la Serenità Vostra 1’ ha inteso in parte e ogni giorno intenderà meglio dalle lettere dell’ eccellentissimo mio successore (3), il quale, come prudentissimo, è cosi ben avvertito in questa cosa come in tutte le altre. Verso la casa di Gonzaga dee avere il re buona inclinazione , poiché il Cardinal di Mantova, il duca, i duchi suoi predecessori, don Ferrante già suo zio co’suoi figliuoli, si (1) Pare die debba intendersi di donna Giovanna sorella di Filippo II (’i) Cosiino I non ancora granduca, quale fu dichiarato da Pio V nel 1569. (3) Giovanni Soranzo, del quale segue la relazione. Relazioni Venete. 8