DI LORENZO PRIUU. 1576. 253 vien dato conto di quanto risolve il consiglio , o a bocca, se è presente, o in scrittura, se si ritrova fuori di corte, come spesso occorre ; e quando si trova presente il signor don Giovanni , fa Sua Altezza l’officio di proponer ed anco di riferire al re le cose di maggior importanza. Il non trovarsi mai S. M. presente nei consigli, anco in casi gravissimi, è causa di molt* disordini, dei quali sarà bene che la S. V. intenda alcuni più principali. Il 1.° è che le risoluzioni vengono molto ritardate, non si attendendo al-l’espedizione dei negozj con quella diligenza che si faria quando fosse presente il re, e perchè ancora S. M. rimette le medesime materie più di una volta al consiglio per qualche ragione che la move a dissentir della prima risoluzione ; e finalmente perchè stando S. M. spesso fuori di corte, è necessario negoziar con scritture e corrieri, lo che partorisce grandissima lunghezza. Il 2.° è che il re non può ricever dal consiglio quel servizio che bisogneria, massime quando vi è differenza di opinioni, perchè le ragioni che molte volte o non le sono riferite dal segretario, o le sono mal riferite, quando fossero intese per S. M. dalla bocca del medesimo consiglio sariano atte a farle alcuna volta abbracciar miglior opinione. Il 3.° è che per non esser presente il re, poco si affaticano i consiglieri in pensar alle materie che si trattano, e alle provvisioni e ai rimedj per i bisogni che occorrono, essendo certi che dalla diligenza o negligenza loro, non veduta dal re, sia per succeder loro poco onore e poco biasimo, poco utile e poco danno. Il k.° è che essendo i consiglieri di diverse fazioni, e governandosi con diversi umori e con fini particolari, poco amici e poco uniti tra loro , attendono molle volle più a contraddire l’uno all’altro, che a far il servizio di S. M. ; la qual cosa , presente il re , non ardiriano di fare per non scoprirsi mali servitori suoi. Il 5.° inconveniente è che, non stando presente, il re non può conoscer la diligenza e prudenza de’ suoi consiglieri, il che gli saria pur necessario di sapere, servendosi di loro in cose di tanta importanza; e perché, ben conosciute le qualità loro, saprebbe innalzare e premiar quelli che meritano, e valersi di loro nei