DI ANTONIO TIEPOLO. 1372. 219 tasse, ma molto conservalo ; c segno sia di questo eh’ io dico la lettera ch’egli scrisse nel principio di questa guerra alla Serenità Vostra, nella quale ricordava che tante fossero le provvisioni per assicurare i luoghi assaltati come se non avessero ad essere soccorsi, poi attendere al soccorso come se non fossero stati presidiali; ricordo ben sicuro ma assai diffìcile da metter in atto, perchè spesse volte non si può far 1’ uno e 1’ altro compiutamente. Di questo soggetto si fida grandissimamente il re, e si vede che la ricuperazione di Fiandra già tutta sollevata, e la conservazione di quella, è tutta appoggiata sopra le spalle di quest’ uomo (1). Onde ben si può credere che il consiglio di lui in questi moti francesi, anzi pur nel principio delle sole sospizioni , molto valesse col re , sen-dogli rappresentate le cose forse anco più gagliarde e di maggior pericolo che non erano in fatto. Ruy Gomez, di nazione portoghese , allevato sin da’ primi anni con il re, seppe in quel tempo così bene introdursi nella conversazione di S. M. che non era alcuno più intimo nè più intendente delle cose più scerete , o piacevoli o gravi che esse si fossero, di quest’uomo, e procedendo sempre più innanzi, più sempre s’e andato stabilendo c confermando in grazia. Ottiene ciò che vuole , e non dimanda ; ma essendo all’ orecchio del re, parla in maniera delle cose , che il re da sè cade in opinione di quello di che egli avria voluto pregarlo. E così il re sta contentissimo, parendogli non aver uomo che lo molesti ogni giorno quando per questa quando per quell’ altra cosa. E il primo ad onorare e riverire quell’uomo che il re toglie a far grande; e ben si vide nel cardinale Espinosa , il quale, i primi giorni che fu levato dal giudicar cause private come semplice dottor del consiglio reale, e datogli il grado di presidente, da Uuy Go-mez, primo di tutti i grandi, ricevè quegli onori ed ossequi che possono esser desiderati dal maggiore nel suo minore. Ne’ suoi ragionamenti non si vanta mai della grazia eh’ egli abbia col re. Dai luoghi pubblici sta lontano più che tutti gli altri, nè si vede ch’egli cerchi di lasciarsi veder al volgo per godere (1) Veggasi a pa$. 133 quanto abbiamo avvertito in tal proposito nella precedente relazione dello stesso A. Tiopolo.