ni PAOLO TIEPOLO. 151)3. 17 frutta tanto, che, per non essere ilei tutto ben abitato, copiosamente può bastare per il viver della gente. Però solo vi si patisce quando corre qualche anno secchissimo, nè forse ne era corso uno tale da gran tempo in qua qual fu il passato fino al mese di maggio. A questo inconveniente si potrebbe molto bene, quando si volesse , rimediare per la comodità de’fiumi , coll’acqua de’quali adacquandosi il terreno si assicureriano di aver sempre il necessario raccolto. Ma non solo mancano di questo beneficio, ma ancora del comodo goduto da quasi tutti della navigazione ; e 1’ un paese non può comunicar coll’altro quel che tiene, se non con molta spesa. Ma nè a far questo, nè altro che sia di nuova industria, si sanno applicar quegli uomini, i quali più forse che altri della cristianità son negligenti e da poco. Causa di questo è, parte la lunghissima pace, quiete e tranquillità della provincia, alla qual facilmente conseguita la negligenza, parte la naturai superbia degli uomini, i quali non si vogliono degnar di fare alcune cose. S’immagina il contadino essere cittadino, e va al campo colla cappa intorno, e fa andar le sue donne vestite all’ uso della città, e co’zoccoli alti e col berretto. L’artigiano si veste l’abito di gentiluomo e cavaliero , e porta panni di seta e cinge la spada, colla quale e colla cappa intorno sta lavorando nella bottega. Il gentiluomo e il cavaliero si dà ad intendere d’esser principe, onde nel vestirsi, spender riputazione, e star sul grave, non cede ad alcuno. Il principe vuol esser tenuto re, e nel servizio di casa e nella pompa di fuori procura parer tale. Così questa nazione avanza ogni altra nell’ apparenze e dimostrazioni estrinsiche di grandezza , e a questo sopra tutte le cose attende. Non si può negare che la natura generalmente non abbia dato agli Spagnuoli un ingegno vivo ed atto a tutte le cose ; ma quei che non si partono di casa, non si curando di intender più innanzi di quel che vedono ed hanno imparato dalle lor balie, dicono le più nove e impertinenti cose che si possano immaginare, e quasi tulli appaiono impazienti alla fatica, dati all’ozio, al sonno e alla vanità, senza industria Relazioni Venete. 3