DI PAOLO TIEPOLO. 15U3. 07 11 consiglio di stalo, degli altri maggiore, sopraslà a tutte le cose, perché ha cura di provveder tutto quel clic possa giovare alla conservazione degli stati, e portar beneficio al re ; col parer del quale scrive il re a’ suoi ambasciatori e tratta coi principi le cose più importanti, comanda a’ suoi capitani e ministri, accresce e licenzia le genti da guerra, muove le armate, premia qualche benemerito, e brevemente in tutte le cose di maggior momento, e massime in quelle che ogni giorno hanno bisogno di nuovo consiglio, si regge e governa. Molli sono che tengono titolo di questo consiglio, tulli spagnuoli, dal Cardinal di Granvcla in fuori, ma poi pochissimi quelli che si adoperano ; perciocché il cardinale , di quel gran valore e virtù che la Serenità Vostra sa , restò al governo di Fiandra appresso madama di Parma (1) ; l’ambasciatore Vargas (2) è ancora a Roma, al qual fu dato questo litoio di consiglio per accrescergli reputazione , avendone per sé pochissima per esser nalo bassissimainentc, non già perchè si pensi di chiamarlo mai in quello; don Alvise d’Avila (3) ora se ne va a Roma; l’arcivescovo di Toledo è in prigione da più di tre anni in qua, imputalo d’eresia (4); e Gioan Vazquez si è ritira- lo , come ho dello , a casa sua. D’ altra parte l’arcivescovo di Siviglia inquisitor generale, il marchese di Mondejar fratello di don Diego di Mendoza che fu qui ambasciatore, ora presiden le del consiglio reale di Casliglia , il duca di Francavilla presidente del consiglio di giustizia d’Italia; il reggente Figueroa, presidente del consiglio degli ordini e clic entra nel consiglio d’Italia, e don Garzia di Toledo governatore del principe , restano tutti occupati nei carichi loro. Però il consiglio ordinario finalmente si viene a ristringere in cinque soli, che sono : il duca d’ Alva , il sig. Ruy Gomez , il conte di Feria , Don Antonio di Toledo , e Don Giovanni Manrique , ai quali , quando si tratta alcuna cosa che abbia rispetto a religione (1) Di dove fu ben presto richiamato, come vedremo nella seguente relazione. (2) Veggasi il T. 3° di questa Serie, p. 249, 397- (3) Commendator maggiore d’Alcantara, spedito sulla (ine del 1562 ambasciatore a Roma per gli affari del Concilio. (4) Era questi il famoso Bartolommeo Carranza, sul quale veggasi la Relazione di Roma dello stesso Tiepolo . T. 4* della Serie lì, p. 212.