344 RELAZIONE DI SPAGNA * teposti alle donne legittime nella successione alla corona. E esso don Antonio è dotato di quelle virtù popolari che son proprie ed altissime ad acquistar la volontà di tutti, che sono l’umanità, l’affabilità c la liberalità; e queste virtù sono veramente sue proprie (1). Per la difesa del regno, il re ha fabbricato due fortezze , 1’ una alla bocca del porto di Lisbona, dove sono alcune secche che fan canale ; questa soleva essere una torre, e S. M. l’ha fatta cingere di baluardi, e per la parte di mare è assai forte , ma da terra è battuta da un colle che le sta vicino. L’ altra fortezza è all’ entrata del porto di Se-lubal, posta in un alto che non guarda il porto nè batte la terra. E quello un porto bellissimo caricatore di sali; la fortezza è in forma di cinque punte in cambio di cinque baluardi ; è molto picciola, come è anco quella di Lisbona, si che in tempo de’ maggiori bisogni 200 fanti basteranno a guardar ciascuna di esse. L’ingegnerò è stato il Fratina milanese assai favorito da S. M., e che ha guadagnato la sua grazia con due mezzi, la prestezza e il risparmio. Io non le ho vedute. Per compita sicurtà di quel regno saria necessario quello che men conviene a S. M., eh’ essa vi si fermasse alquanti anni per provar con la presenza di guadagnar gli animi di quei popoli, ma questo sarebbe abbandonar quasi gli altri suoi stati, come la M. S. mi disse un giorno in Portogallo. L’entrate del regno ascendono ad un milione in circa, ma si trovano quasi tutte impegnate per debiti contratti dal re don Sebastiano, onde al presente S. M. ne cava poco. Ha ben ella speso grandemente in quella guerra , e nell’ impresa della Terzera , ed ha lasciato in Lisbona un deposito di un milione per occorrenze che d’improvviso potessero nascere, oltra di che ha speso finora in fabbriche di fortezze, pre-sidj, armate per guardar quelle coste , e ministri, intorno a un milione l’anno. Dicono ben alcuni che in breve S. M. potrà accrescere molto quelle entrate , poiché i popoli non sono punto aggravati se non del dazio di 2o per cento delle robe 1 Don Antonio di Oralo, dopo aver dovuto abbandonar le Terzeirc nel 1583-riparò in Inghilterra ed in Francia, dove morì nel 1595.