DI ANTONIO TIEPOLO. 1567. 143 Ma Ferdinando , favorito dalla fortuna e dall’intelligenza delle cose del mondo , fattosi possente per 1’ acquisto e congiunzione di tanti regni , e in sé riunita, con 1’ autorità del pontefice, la dignità di gran maestro degli ordini, diede in un tempo a sé largo modo di beneficare i vassalli, e lo tolse a’ grandi ; ai quali per aggiunta avvenne il perder insieme quel rispetto che il re aveva a loro, e l’ossequio dei vassalli. Questo principio in vero fece poco auguinento sotto l’im-perator Carlo Y, che successe a Ferdinando, sondo egli nato c nodrito in Fiandra, e poco curando o forse poco potendo fermarsi in Spagna , e poco mostrando di amare questa nazione , talché si può dire che appena fosse riconosciuto da’ spagnoli per lor signore naturale ; e però fu astretto molte volte a contentarsi di quel che pareva loro, e sentir anco alcuna sollevazione, come fu quella delle comunità, la quale fu di grandissimo pericolo alla quiete di tutti quei regni. Ma il re presente, nato c nodrito in questa provincia, è in contrario del padre tanto amatore della nazione spagnuola , che a lei sola è aperto il consiglio di stato, e poche dell’ altre cose più importanti d’ utile e d’ onore son godute da italiani o da fiamminghi ; c coltivando sì gran radice ha potuto cavarne frutti cosi potenti, che ben veramente può dirsi esser egli il primo re di Spagna , perchè comanda assolutamente ciò che gli piace , e da ciascun grande con gran rispetto viene obbedito, perchè a loro ancora , oltre il fuggir la pena , giova la grazia regia , alla quale non manca modo per soddisfare all’ ambizione loro. A queste cause, che sono le principali , si aggiugne non esser ora alcuno che per sangue reale sia rispettato o tenuto maggior degli altri ; con la quale uguaglianza vien tolta a ognuno l’occasione di pensare a nuove cose ; e così infine è bisogno che ciascuno, per grande che sia, sia contento della fortuna che Dio gli diede, perchè ha più certa la pena che la speranza del benefizio operando in contrario. Onde avviene che possa il re operar contro loro qualunque cosa, purché sia giusta , come ha fatto, pochi anni sono , cavando a molti molte decime che erano soliti risquotere anticamente dai loro vassalli, perchè fu giudicato il re averne ragion più certa. Olirà i gran-