DI LORENZO PRILLI. 1576. 255 don Francesco d’ Alava capitano dell' artiglieria , e don Francesco d’Ibarra, e alcuna volta Vespasiano Gonzaga. Tra tutti questi consiglieri soleva esser molto famigliare di S. M. il duca d’Alva, e teneva grande autorità ; ma i mali successi di Fiandra gli hanno fatto perder la primanza e l’autorità. Due sono ora i domestici, il prior don Antonio e il conte di Chinchon , i quali accompagnano sempre S. M., essendo uno maggiordomo e 1’ altro cavallerizzo maggiore; ma non però il re tratta familiarmente con loro le cose sue di stato, nè ardiscono essi parlare nè impacciarsi in cose che non vengano loro comandate dal re. Ma quello che tiene grande autorità e familiarità con S. M. è il sig. don Giovanni, il quale tratta ordinariamente con lei quando sta in corte; anzi egli Xienc solo questo privilegio, perchè niuno si accosta se non vien dimandato ; e pochissime volte, anzi forse mai, il re interroga a parte i suoi consiglieri delle loro opinioni nelle cose che occorrono, dilettandosi di negoziar con i suoi ministri in scrittura , vivendo molto ritirato. Ai disordini che sono in questi consigli per mancamento di consiglieri pratici e per l’assenza del re , crede S. M. di provvedere con la diligenza sua grandissima, perchè, oltra le ore necessarie al viver suo, dispensa ordinariamente tutto il resto del tempo in legger e scrivere, passando per sua mano ogni minima cosa. Ma non restano per questo di patire i ne-gozj, e negli importanti principalmente si scopre il difetto ; perchè non potendo S. M. supplire a tutte le cose, vengono tanto ritardatele espedizioni, che tutto si fa fuori di tempo, ed è cosa insopportabile negoziar a quella corte ; di modo che questa diligenza di S. M. male incamminata confonde e mette in maggior disordine tulle le cose sue. E certo che questo disordine offende notabilmente la monarchia di questo gran re, ed è causa che con grande ammirazione di ognuno si scoprono nel governo di S. M. molte contrarietà , delle quali sarà bene che la S. V. ne intenda alcuna. La la contrarietà è che per una parte, come ho già detto, si vede S. M. tanto diligente e tanto assidua nei negozj, che mai lascia di travagliare, e dall’ altra parte conosce il