IM GIOAN FRANCESCO MOROSINI. lo8t. '289 Grandi sono quelli che dai re passali o dal presente sono siati fatti degni di cuoprirsi alla loro presenza ; e però molli procurano con grande istanza questo onore da S. M., che per esser grandi non basta a loro di esser duchi, conli, nè marchesi , per ricchi che siano , ma è necessario che questo onore lor venga dalla mera volontà del re, il quale lo concede a chi più gli piace; e non solo usa queslo con gli spagnuoli, ma anco con altre nazioni, e ultimamente ha dato intenzione di far quest’onore al sig. Gio. Andrea Doria, clic prima non l’aveva ; il quale per mettersi in possesso di questa dignità , stimata da quelli che servono Sua Maestà inlìnitissimamentc , desidera di andar alla corte. Di questi grandi si serve il re manco che può, anzi procura di tenerli bassi per ogni verso, e quando alcuno di essi, o per buon governo o per buona fortuna , diventa danaroso, procura il re dargli occasione di spendere per tenerlo estenuato ; e di qui nasce che con tutto che abbiano così grosse entrato come ho detto , non è però alcuno di loro che abbia denari, anzi quasi tulli sono impegnali e mal ridotti. Per causa di non servirsi il re dei grandi del suo regno, nasce che pochissimi di loro intendano quello che sia governo di stato; e nè meno si può dir che s’intendano d’altra cosa , perchè non estimando che sia dignità l’uscire dalle case loro senza gradi principalissimi, e in casa non essendo adoperati, nè attendendo a lettere, nè a conversazioni virtuose, restano per la maggior parte ignoranti, nè hanno allro che una certa intonatura ed alterezza , che qui in Italia si suol dire sossiego spagnuolo, con il quale si rendono odiosi a tutti i foraslieri ; perchè si danno ad intendere che non solo non vi sia nazione alcuna che si possa con loro comparare, ma anco che ognuna debba aver di grazia di essere dominata da loro. Nè lasciano di usar questa alterezza anco fra loro medesimi, perchè nel dar della signoria o della mercede, di voi, di tu, o di el ad una persona vi pensano molto, e vi mettono grandissima considerazione, stimando sempre che tutto quel-l’onore che fanno ad'altri sia un levarlo a sè stessi. Dal non uscire dalle case loro ne segue il non intendere Relazioni Venete. 37