434 RELAZIONE DI SPAGNA ricolo delle cose sue, si risolvesse di andare in Spagna , per procurare con la presenza di impetrar quello che nella lontananza le pareva non poter sperare ; tuttavia , sì come parti cumulato di onori e di accoglienze, le maggiori c più magnifiche che si potessero desiderare, così in poca o in niuna parte ottenne il fine del suo desiderio intorno gli aiuti che instantissimamente ricercati avea. I quali al presente gli sono concessi così assegnatamele e con tali condizioni dal governatore di Milano , che più tosto sono atti a trar la guerra in lungo, che ad apportare opportuno rimedio alle cose afflitte del duca, o sollevarlo con qualche notabii servizio, non volendo gli spagnuoli nè la rovina nè la grandezza di Sua Altezza. Fra i principi che per obbligo sono congiunti a S. M. si ritrovano i duchi di Urbino e di Parma, e i cantoni cattolici de’ svizzeri. Si serve S. M. del duca di Urbino (l) non perchè abbia intenzione di adoperarlo in alcuna grande impresa, perchè in tante occasioni occorse di Aragona, di Fiandra, e di Francia , mai è caduta in alcuna considerazione la sua persona ; ma (come si deve credere) per ovviare che altri principi non accrescano le proprie forze col mantenerlo a’ loro stipendi, e per valersi del suo stato, comodo perii sito, abbondante per le vettovaglie, bellicoso per i soldati, e di molta considerazione per importantissimi rispetti ; come anco si vede esser fatto da S. M. della persona di don Pietro de’Medici, il quale fin qui non ha impiegalo in alcun carico, ma lo trattiene, o per privarne altri o per mantenere un ragionevol sospetto nel granduca. Il duca di Parma (2), per l’investitura di Parma e Piacenza , è obbligato al servizio di S. M., e si può credere che non debba mai esser disgiunto da lei ; poiché essendo quelle due città alle porte del ducato di Milano, mentre il duca si mostrasse alieno dal re, con gran facilità potriano esser ridotte in evidente pericolo. Un’ altra importante considerazione 1 Francesco Maria II , ultimo duca. *i) Ranuccio I, succeduto da un anno al padre suo Alessandro Farnese.