ni MATTEO ZANE. 1584. 345 forestiere che entrano nel regno. 11 qual dazio se ben è pagato da’ forestieri, viene però a particolar maleficio dei sudditi ; ma S. M. lo manterrà per provvedere alla difesa di quel regno senza tanto suo interesse. E il pretesto saria giusto , se. ben contrario ai privilegi di quel regno giurati da S. M. nelle corti ; ma essa pretende goder del beneficio dei regni conquistati , e per tale tiene questo, e cosi vuol che si dica , più tosto che ereditato, perchè così se le accresce I’ autorità e la gloria, mentre all’incontro le scemeria 1’ una e l’altra. Gli spagnuoli non hanno avuto molto per bene che sia mancata la propria linea de’re di Portogallo, perchè quello era un rifugio in occasione di bandi e contumacie loro, onde converranno ora ritirarsi in Francia per lo più ; e dicono che meglio sarebbe stato conservar quel regno , che era per sè stesso debole e quasi soggetto , che impadronirsene , massime che S. M. diflicilmente potrà esser padrona della volontà dei sudditi , e non si sarebbe essa concitato 1’ odio degli altri principi cristiani per aver accresciuto tanto il suo impero. Ma dovendo quel regno cader in altri per mancamento di re proprio , non poteva S. M. far di meno di non se ne impadro-nire, avendovi massimamente tanta ragione per consanguineità e per confine. Considerano ancora che il re avventurò molto nella guerra navale seguita nel 1582 all’ isola di San Michele , perchè è stato miracolo che 28 navi abbiano combattute e fugate 60 francesi, benché se non si prendevi la nave capitana con lo Strozzi e quegli altri principali (1), non si sarebbe manco contata per vittoria ; la quale poi sarebbe stata segnalatissima se don Antonio non si fusse fuggito la quinta volta; e in questo del fuggirò pare che consista la sua fortuna. Ma se avesse Dio permesso che le 28 navi fossero state le prese, e le 60 le vincitrici, come poteva esser facilmente, e i francesi si fossero voltali a Portogallo, 1’ avriano ritrovato molto (1j Filippo figlio del maresciallo Piero Strozzi comandava la Ilo!Ia francese allestita sotlo specie di venturieri, ma in elìcilo coi sussidj di Caterina de’Medici, in aiuto di don Antonio. Ferito mortalmente e caduto in mano dell’ ammiraglio spa-gnuolo Santa Croce, costui lo fece a dirittura gettare in mare, e parte impiccare e parte decapitare lutti gli altri francesi che avevan preso parte alla spedizione. Ciò fu 26 di luglio del 1582. Relazioni Venete. 44