234 RELAZIONE DI SPAGNA carichi d’importanza. Ma da questo non conoscer i suoi ministri e non trattarli, nascono due altri grandissimi inconvenienti : 1’ uno che S. M. è forzata sopportar i ministri che la servono, ancorché siano mali, non sapendosi risolver in soggetto migliore ; 1’ altro, che quando pur si risolve, si risolve tardissimo e fuori di tempo, e non si accerta molte volte nelle risoluzioni. • I consiglieri dei quali si serve S. M. in questo consiglio di stato sono dodici, nove de’ quali si sono trovati in mio tempo alla corte: il sig. don Giovanni, tre vescovi, cioè il presidente del consiglio reale (1), l’inquisitor maggiore (2) e il vescovo di Cordova (3) confessore di S. M., il duca d’ Alva, il duca di Francavilla, il prior don Antonio di Toledo cavallerizzo maggiore , il marchese d’ Aguilar cacciator maggiore, il conte di Chinchon maggiordomo ; gli altri tre sono il Cardinal Granvela, il duca di Sessa e don Garzia di Toledo. Di questi tre ultimi non posso parlarne per non averli trattati. Dei nove che sono in Spagna, quattro sono nuovi, fatti in mio tempo : il presidente del consiglio reale, l’inquisitor maggiore, il marchese d’Aguilar e il conte di Chinchon. Tra tutti non vi è alcuno che si possa comparare con il duca d’Alva, anzi è opinione che tutti insieme non vagliano nè sappiano quanto lui solo per la grande esperienza che tiene di tutte le cose. Da poi il quale, l’inquisitor maggiore è in miglior opinione, e par che tratti i negozj più di ogni altro , ancorché per la sua rigidità sia abborrito da quei che negoziano in corte. Nel consiglio di guerra entrano lutti quelli del consiglio di stalo, eccetto i prelati, e qualcuno di più a cui pare a S. M. far questo favore per l’esperienza che hanno di questa professione ; e al mio tempo sono stali due per l’ordinario, (1) Oovarubbias vescovo di Segovia, del quale è discorso nella seguente relazione. (2) Don Gasparo Q,uiroga, succeduto nel 1572 al Fresneda nel vescovato di Ouen-ca , fu nominalo in questo medesimo anno 1576 arcivescovo di Toledo dopo la morte del Carranza accaduta in Roma il 2 maggio. Vedi Serie li, T. 4. p. 212, n. 1. Crealo cardinale nel 1578, morì nonagenario nel 1594. Fu uomo principalissimo nei consigli di Filippo II, come altrove vedremo. (3) Fresneda, del quale è sialo lungamente discorso nelle precedenti relazioni.