14 RELAZIONE Iti SPAGNA che, tanlo maggiori quanto più sono mosse da alcun interesse loro particolare, odi qualche congiunto, principalmente per privazione della patria e dei beni ; le quali cose tutte congiunte al naturai costume de’ regnicoli, soliti a saziarsi di qualunque signoria ed inclinati alla mutazione di stato , sempre con speranza di migliorar fortuna, fanno che molti tengono per fermo che se monsignor di Guisa , quando andò ad assalire il regno, avesse condotte tante forze che fossero bastate a penetrar pur un poco a dentro (1) , si sarebbe veduta mirabile mutazione, e che in qualche occasion tale, o altra disavventura che avesse il re, questo regno diffìcilmente sia per mantenergli la fede e 1’ obbedienza. Nel regno di Sicilia si ritrova il re in possesso di una superiorità , che non tiene alcun altro principe cristiano cattolico , la quale chiamano Monarchia, che è un supremo potere nelle cose ecclesiastiche, per il quale non solamente conferisce gli arcivescovati, vescovati e abbazie, ma ancora eredita le spoglie , mette qual gravezza vuole a’ preti, e giudica e decide ogni causa a toro spettante, e fa molle altre cose ancora non permesse dalle leggi canoniche a persona che non sia ecclesiastica. L’isola è di circa 700 miglia di circuito, assai bene abitata ; produce zuccheri e vini, dei quali ne esce una buona quantità, ma specialmente tanto grano, che ne manda fuori per 1’ ordinario ogni anno circa 200,000 salme, che possono essere di nostre stara veneziane 640,000. Ha per sue fortezze le terre principali e alcuni altri luoghi, ma non del lutto perfetti. Vi tiene il re per guardia ordinaria circa 2000 fanti spagnuoli, e cavalli leggeri 250, oltre che vi si possono far cernede di circa 12,000 fanti e 1500 cavalli, e i baroni sono obbligali a servire a proprie spese tre mesi dell’ anno ; i quali volendo satisfare al debito loro, fa-riano intorno a 1700 cavalli ; e si giudica che sopra quest’ isola si potriano fare fin 25 o 30 mila fanti e 6000 cavalli, usandosi uno sforzo ; ma in caso di sospetto d’ armate d’infedeli, (1) Fu contenuto dal forte di Givi Iella del Tronto, intorno al quale si aflaticò invano per ventidue giorni.