430 RELAZIONE DI SPAGNA degli spagnuoli ; c finalmente è giunto al sommo per i successi delle cose di Francia e per l’occupazione del castello di Gaostrazze (t) vicino ed imminente a Marsiglia ; perchè sicuramente si persuadono ch’egli contribuisca danari e aiuti a Lesdiguières, che abbia apportati impedimenti importanti al duca di Savoia acciò non facesse progressi maggiori nella Provenza, e mantenga seco concorrenza od inimicizia. A questo si aggiungono le differenze che ha il granduca con don Pietro suo fratello, che si è ricoverato sotto la protezione e favore di Spagna, i disegni fatti sopra Piombino, gl’ impedimenti posti al matrimonio di don Pietro in soggetto di sangue spagnuolo, e che in somma in ogni pensiero e azione sua si dimostri poco amico de’spagnuoli anzi tutto francese; le quali cose gli hanno reso molto mal affetti e inimici gli animi di quella nazione. Tuttavia il re, come prudentissimo, conoscendo la grandezza di questo principe in Italia, la comodità e silo del suo stalo, l’importanza del porto di Livorno alle cose del regno di Napoli, e molti altri urgentissimi rispetti, va artificiosamente coprendo e dissimulando l’alterazione nel suo animo conceputa. Dall’altro canto conosce il granduca , come sagace ed avveduto, le forze sue esser sproporzionate a quelle di si gran re, aver S. M. nella Toscana molti luoghi di somma considerazione, esser egli suo feudatario per lo stato di Siena, poter lei coll’instrumento di don Pietro implicarlo in grandissimi travagli, confinando il suo stalo con quelli del re di Spagna o de’suoi dipendenti per lungo spazio. Pertanto, spinto da tanti e così gravi rispetti, cerca di dar al re quella soddisfazione che può, salvando la sua riputazione, per non aver nemico totalmente un si gran principe ; difende, giustifica , o scusa lo sue azioni, promette di non implicarsi in cosa che possa in minima parte contrariar i disegni e pensieri di S. M., e che nei negozj di don Pietro s’acqueterà al volere di lei. Ma gli spagnuoli con tutto questo nè facilmente gli credono, nè amichevolmente si fidano ; sono pentiti della unione dello stalo di Siena con quello (1) Così il lesto Vuol «lire il caslello d’YIT, occupalo per sorpresa nel 1591 da Ferdinando, la cui politica osteggiava fin dal principio quella di Spagna.