314 DELAZIONE 1)1 SPAGNA questi ed altri rispetti sono cosi mal disposti, che quando Cossero vassalli di principe inferiore di forze al re Cattolico, si poiria dubitare che procurassero di mutar fortuna con certezza di non poter star pèggio di quello che stanno. Il regno di Napoli non è così travagliato come lo stato di Milano ; vivono nondimeno quei popoli poco contenti per molti rispetti, ma anco perchè naturalmente ogni governo li sazia e ogni stalo gli rincresce ; e per questo ha convenuto S. M. proibir che non possano in alcun tempo inviar persona espressa alla corte per querelarsi del viceré ; e se con lettere o con altro mezzo si lamentano, non vengono ascoltati, sapendosi che non potrà mai alcuno in quel governo contentarli; il che essendo conosciuto da quelli che governano, ed essendo sicuri che o bene o male che facciano avranno sempre a sentir querele, attendono per il più al loro proprio interesse senza temere i lamenti ; di maniera che vengono quei popoli a pagar la pena della loro incostanza, per non dir leggerezza , con soffrir in effetto quello che non vien loro creduto. Questo regno ha d’entrata 1,200,000 ducati all’anno, e di spesa un 1,600,000 ; ma quel di più si cava dai donativi che fa il regno, dai sussidj e altre cose straordinarie. Trattiene S. M. in quel regno 500 uomini d’arme, 500 cavalli leggieri, 100 capitani ognora presso alla persona del viceré, quattro compagnie di cavalli leggieri di 40 cavalli per una destinate contra i banditi , 3000 spagnuoli nella città di Napoli, altrettanti nel regno, e 1400 in dodici castelli che si guardano, e 150 bombardieri. Di più si tengono ordinariamente 29 galere a quella guardia, delle quali 25 sono proprie del regno , e l’altre quattro, che militano con esse, sono due di Ban-dinelli Sauli , e 1’ altre due di Stefano de’ Mari. Il regno di Sicilia è il più grasso di tutti gli altri, in quanto che rende d’entrata 700,000 ducati all’anno , e quando i raccolti de’grani sono abbondanti, e che l’altre parli abbino necessità di cavarne, rende mollo più ; e le spese non arrivano alla metà di tal somma ; ma di quello che avanza non ne gode il regno, perché S. M. se ne serve in altre cose necessarie, e specialmente nelle spese che si fanno per conto