DI GIOVANNI SORANZO. 1565. i) 1 al re che a lui. Dà buone parole a tulli, con le quali vuole che restino ¡spedili. E poco amalo in corle, e pochi sono che dicano ben di lui, e per essere confessore di cosi grande e polente re, e frate di S. Francesco, come continua a portarne l’abito, scandalizza molli col proceder del viver suo. Il re Io stima molto, comunicando con lui tutte le cose , e spesse volle 10 vuole in camera solo , e con lui sta lungamente. L’ autorità e grandezza sua ogni giorno va crescendo , e si tiene per certo che se l’arcivescovo di Toledo (1) morisse, ovvero fosse privato , stando in prigione già da cinque anni per l’uffizio dell’ Inquisizione , gli succederla in quella dignità (2). Da questo punto, dove entra a parlare dei rapporti di Filippo II coi diversi principi e stati, poi della persona del re e della corle, la Relazione procede integra sino al fine. Vengo ora a dire la disposizione dell’ animo, l’amistà , confederazione, e intelligenza che tiene il re Cattolico con gli altri principi, ancorché con difficoltà si possa di ciò ben discorrere, perciocché non v’ è alcuna cosa che abbia più secreti che la mente e il cuore umano. E però, siccome fin qui ho riferito alla Serenità Vostra quello che ho veduto, c di cui mi son potuto informare, così essendo questa parte appoggiata sopra congetturele quali facilmente possono errare e riuscire d’ altro modo , si come suole ordinariamente variare 11 voler degli uomini, e più degli altri quello dei principi ( vedendosi manifestamente con 1’ esperienza che ora sono amici ora nemici, come giudicano tornargli meglio, c che spesse volte quello che hanno acquistalo con molte guerre e spargimento di sangue lo rendono con una pace ) ; però , dico, la Serenità Vostra, e le SS. VV. II. saranno contente udire quello eh’ io discorrerò, come cose che possono succeder altrimenti, e con qualche progresso di tempo variarsi. Dando adunque principio, parlerò del signor Turco (3), (1) Il Carranza, del quale si è parlato nella precedente Relazione. (2) Non fu come il Soranzo presentiva. Il Fresneda passò nel 1571 al vescovato di Cordova, e poi all’arcivescovato di Saragoza, avendo piuttosto perduto che altrimenti del favore per lungo tempo goduto presso Filippo II. (3) Solimano II, già in eia di 75 anni, e che venne a morte l’anno appresso, 1566.