DI VINCENZO GRADENIGO. 158G. 395 può essere ammesso chi tocca punto nella discendenza de’suoi antenati, o per parte di madre o di padre, del moresco o del giudeo ; anzi quando alcuno , sia chi si voglia , che pretendesse essere ammesso in quel numero, fosse per fama dinotato di simil nota, non può iscusarsi nè provare il contrario. È ben vero che Sua Santità ha concesso al re che da qui innanzi possa essere ammessa la prova contro la fama ; e questo si giudica fatto ad istanza del duca di Chinchon mollo amato dal re. La quarta sorte di persone è della plebe, la quale è padrona della giustizia civile e criminale , e condanna ben spesso i grandi fino in 100,000 ducali. Restano quei popoli ben affetti verso il re per la somma potenza e grandezza sua , stimando mollo I’ essere governali da un re padrone di tanta parte del mondo , e dicono che tutto è sentier del re. Ma i nobili restano disguslati per due cose; prima, perchè non sia fatta loro parte degli onori, essendo conferiti i gradi d’importanza a forestieri, come al principe di Parma , a don Andrea Doria e simili ; e ultimamente quando fu dichiarato il Doria capitan generale del Mediterraneo , si vide grande alterazione in quella corte , parendo loro a torto essere stato tralasciato il marchese Santa Croce, dal quale S. M. ha ricevuto cosi notabil beneficio nella conquista della Terzera e nel vincer l’armata francese (1), onde il re per acquetarli lo creò generai dell’ Oceano con soddisfazione universale. Hanno questi signori in qualche parte torlo a dolersi del re, poiché stando alle case loro senza pratica e senza passar per i gradi della scala militare , vorrebbono essere eletti ai carichi principali, il che non vuole Sua Maestà per beneficio delle cose sue. Restano ancora mal soddisfalli che la giustizia sia posta in mano di gente infima della plebe, la quale accesa spesso contra i grandi, procede con termini estraordinari e troppo aspri. All’incontro le gravezze allliggono molto la plebe più bassa, per essere , per dir il vero, piuttosto vicine all’eccesso che accomodate alla mediocrità. E non è dubbio che se man- (1, Nel 1582, come abbiamo avvertilo nella precedente relazione dello Zane a pag. 345. Veggasi pure quanl’ allro è dello del Sanla Croce-a pag. 333.