Comincia l’ambasciatore dall’enumerazione degli siali di Filippo II, e dalla descrizione della Spagna , dove, circa la natura di quei popoli, cosi si esprime : Sono questi popoli per natura e per la loro superbia facili ad ogni sollevazione. Hanno tutti naturalmente ingegno, ma non l’adoperano gran fatto nè in scienze, nè in agricoltura, nè in arte meccanica, ma solamente, quando escono di casa, in quella della guerra, nella quale per esser essi di corpo asciutto e molto soliti al patire, con un poco d’esperienza che v’ aggiungano, riescono molto bene ; ma senza di essa, con la lunga pace di quei regni, si trovano talmente timidi e grezzi, che non sanno adoperar arme, e molti sono che non ardiscono tirar un archibuso, siccome fu provato e visto nella guerra di Granala (1) con mollo danno di S. M. Con tutto ciò il re poco pensa di provvedere a non averli così imbelli in altra occasione, per il dubbio che avria di sollevazione quando fossero bellicosi ed armati, essendo di lor natura inclinati a questo , e il paese pieno di Giudei, Marrani c Mori da non potersene fidare. Ma Vostra Serenità, che non ha tali impedimenti, sapienlissiinamenlc ha sempre fatto tenendo i suoi esercitati ; perchè , con il disordine eh’ io ho visto di Granata , mi pare gran sicurtà e beneficio del principe avere i suoi vassalli bellicosi ed armati. E credo che nella presente occasione (2) questo Stato ne abbia sentito non piccolo benefizio. (1) Della quale parla più innanzi. (2) Della guerra di Cipro, che allora ferveva.