LIBRO QUARTO. m PoiTonia, e (correva faftofo da per tutto minacciando il fer- 16$} ro, & fuoco a chi fi moftrava renitente di fcguitarc il fuo partito. Quelli, che haveano l’animo contaminato non heb-bero più riguardo a ilare occulti. Sortì in Campagna il Conte Nadafti, & il Budiani doppo haver giurato hómaggio a Turchi, mandò da per tutto Lettere circolari invitando ogn’ uno a metterfi fotto la loro protettione. Il Conte Nicolò Prafcovicl, che al tempo della ritirata dell'imperatore il trovava neH’anticamera , e piangeva dirottamente , proteilando la maggior dipendenza , fù tra li più Infedeli ; e di propria mano diede il fuoco ad un Palazzo di nobile ftruttura dell" Eiterafi, che fi confervò coftante nella divotione di Cefare. Ridotto l’Efercito Turchefco fotto Vienna, il giorno de i ru™* 13. Luglio, fi conduffc il Primo Vifir a riconofcer la Piaz-za , e piantate molte batterie in diverfi ilti, principiò a fui- « n-minar le mura, e col flagello delle bombe tormentar l’inter- Ul,t' no della Città. Il Palazzo Imperiale , come fabrica più dell’ altre eminente, fù il berfaglio più fiifo de i colpi , e poca parte di quella gran machina reftò illefa . Il primo danno, /««A che patì la Città, fù un pericolofo incendio, il quale non y^Zs" '* ben fi verificò, fe foife prodotto dal cafo, ò dalla malitia . d’huomini incendiarii, che fi dicevano introdotti da Ribelli. Principiò nella Corte de Padri Benedettini, & in poche ho-re incenerì la Chiefa , & il Monafterio, con molti fontuofi edifici vicini, e trà quefti quello dell’Ambafciator di Vene-tia Domenico Contarmi, che fi perdè con la maggior, e miglior parte delle fuppellettili. S’andò poi avicinando all’Arfe-nale, nel quale confervandofi i depofiti della polvere, e tutte le munitioni da Guerra, poteva quel fuoco portar in pochi momenti l’ultimo eccidio alla Città. Ma la diligenza de Capi, e degloperarii, divertirono il pericoloj e per afficurarfe-ne anco in avenirc, furono quei materiali da Guerra fepara-tamente collocati in varii fiti della Città. Impreflo il popolo di qualche tradimento, sfogò l'impeto fopra alcuni, che diedero di loro fofpetto » sbranandogli tumultuariamente fui fatto , fenza dar tempo, che la giuilitia con le proprie forme ne rilevaiìe la reità, ò l’innocenza ; & in cafo di malitia fi ma-nifeitailero i complici, e fautori. H 4 Si