DI VINCENZO GItADENIGO. 158G. 391 ma, con la ragione detta di sopra (1), la Castiglia nuova c vecchia, dalla quale riceve molte utilità. E prima vi è la gravezza dell’ escusado sopra i benelizj ecclesiastici, i quali tutti sono in mano del re ; e questa gravezza consiste nello scegliere, in conferir i vescovadi, la miglior parte dell’ entrate per il re, oltre il sussidio e il trentesimo (2). Vi è poi il dazio dell’ alcavaia posto al tempo che i mori occupavano quel regno ed era necessario cavar molta quantità di danari, e consisteva nel tuor 20 per 100 di tutte le cose che si vendevano. Questo dazio, poiché fu riacquistata la Spagna, cominciò a disgustar molto quei popoli, onde fu fatto un patto dal re Ferdinando che si riducesse in 10 per 100 , e finito già pochi anni questo tempo , supplicarono i popoli di essere liberali da questa gravezza, ma non hanno impetrato cosa alcuna dal re. Oltre questo, cava il re dalla crociata 600,000 scudi al-l’anno, ed é quésta una cosa molto grave a quei miseri popoli, poiché sono astretti, se vogliono confessarsi e comunicarsi, aver la bolla detta della crociata, la quale pagano due reali ; onde in qualche piccola famiglia, ove saranno dieci miserabili persone, sono astretti a provvedersi di 20 reali, quello che in molto tempo dalle fatiche loro appena possono ritrarre. A questo dazio si dimostrò nel principio del pontificato molto duro il papa (3) in concederlo, ma finalmente lo ha concesso per altri cinque anni, oltre i due che mancavano del tempo concesso da Gregorio XIII. Possiede il re il regno d’'Aragona, nel quale sono compresi Valenza e Catalogna, i quali regni non conoscono del re altro che il nome ; poiché se egli vuole sussidj per guerre o altre occorrenze, bisogna che in persona vada a tener le corti ed esponga le dimande de’danari e altro ; le quali se pare alle città di accettare, accettano, se no bisogna che, per le constituzioni di quei regni, il re s’ acqueti ; nè altra au- (1) Cioè dell’assoluto dominio. ¡2) Queste imprecise indicazioni ci confermano sempre più che qui abbiamo non già un frammento, ma un abbozzo di relazione. (3) Sisto V, eletto papa il 21 aprile 1585, dopo 14 giorni di sede vacante, essendo mancalo Gregorio XIII il 10 di detto mese.