DI SIGISMONDO CAVALLI. 1570. 173 occasione al turco di farne uscire maggior quantità ad offesa degli stati di S. M. ; e lo comprovavano con l’esperienza che si è vista ai tempi passali. Perchè quando l’imperator Carlo ne avea sessanta , il turco n’ armava cento, ed ora che il re giunge alle cento , il turco ne manda fuori centocinquanta, e così dicevano che saria di mano in mano ; però opinavano di non far maggior spesa ordinaria che delle cento, giudicando che questo numero potesse bastar assai per disturbare e divertire l’inimico, presidiare, e fare altre fazioni necessarie, e anco imprese d’importanza, quando non vi fosse armata di levante. Ma al presente penso che S. M. sarà sforzata di mutar pensiero se vorrà contribuir alla Lega quel numero di galere, che per sua porzione le toccherà ; perchè certissimo credono che non si potrà privar di niuna di quelle di Spagna per i molti bisogni di quei regni e per la custodia delle sue marine, altrimenti dieci vascelli d’Algeri terriano come assediata tutta Spagna. Ma volendo Sua Maestà far provvisione d’ altrettante, credo certissimo che non le sarà difficile , poiché si trova aver in essere, fra Barcellona e l’Itafia, intorno a quaranta corpi nuovi di galere , delle quali, con gli uomini condannati de’suoi stati, con schiavi, ed altra gente di libertà , ne armerà presto dieci o quindici ; e se non vorrà questo, troverà particolari che piglieranno il carico d’armarle loro molto presto, quando li voglia il re pagare come fa gli altri. E i Catalani fanno già grandissima istanza per aver licenza di armarne altre quindici di quei regni, e hanno il danaro pronto del servizio di molti anni, che non è stato sborsato non si essendo più fatto le corti (1), e si contentano che il re non le paghi per più che per i mesi che di esse si vorrà servire. Ma fino ad ora S. M. è stata dubbia in dare loro tal licenza, per il sospetto che aveva , che armati che fossero non tornassero a far dei danni a’ navilj de’ cristiani, come già tempo solevan fare ; sebbene, per quant’io intesi, al partir mio, S. M. (1) In occasione delle quali pagavano i regni d’Aragona la somma ragguagliata di 20U,000 ducali l’anno, come'abbiamo veduto nelle precedenti relazioni. Le ultime erano siale nel 64 , come abbiamo dalla precedente relazione del Soranzo.