DI ANTONIO TIEPOLO. 1567. 149 tendere anco da qualche principal ministro de’ principi ciò che tratta col padre, adirandosi se gliel’ asconde. Non è amico de’ servitori del re ; e di Ruy Goincz , che ora è suo maggiordomo maggiore, è stato inimicissimo, ma ora par che l’ami di cuore, perchè la destrezza di quest’ uomo può vincere ogni gran rustichezza. Per i disordini grandi del mangiare , e delle fatiche soverchie e fuor di tempo, più volte ha patito grandissime malattie. Per lo passato è stato tenuto per troppo casto, ma pochi mesi sono diede segni assai manifesti del contrario ; onde cosi come resta ora allegrata la Spagna per la speranza di successore naturale , cosi sta dubbia del suo governo quando a Dio piaccia che sia in sua mano fi). Gli uomini più principali per 1’ esecuzione di questi consigli , nelle cose pertinenti alla guerra , sono al presente , in mare, don Garzia di Toledo che ha carico dell’ armata con titolo di generale, Giovan Andrea Doria, nipote del principe , giovane molto stimato e avuto caro dal re , che serve con dodici galere, c il Cardona catalano, che è capitano delle galere di Napoli. Altro capitano non ha in mare che sia di nome , e questa penuria fu cagione dell’ elezione di don Garzia , che resta ancora a quel carico per la medesima strettezza. Pare che non possa con ragione pensarvi il sig. G. A. Doria, perchè non avendo voluto il re tenergli pagate se non dodici galere delle venti che gli restarono dopo la morte del principe suo zio, è piuttosto segno di non fidarsi che di volerlo onorare con carico tanto importante. In terra può servirsi del duca d’ Alva , benché già vecchio d’anni. 11 duca di Sessa è in qualche stima, ma la sua liberalità , che passa ogni termine anco di persona reale , lo rende spaventevole al re, che si tien per fermo che non sia per servirsene mai (2). Di buon nome è il marchese di Pescara , (1) Questa è l’ultima testimonianza, come abbiati! dello, che gli Ambasciatori Veneti ci diano intorno a Don Carlos nelle loro relazioni ; e diciamo nelle loro relazioni, avvegnaché il Cavalli ne discorra lungamente ne’suoi dispacci, dei quali si sono giovati e il Romanin nella Storia di Venezia, e il Gaehard nella sua Wstoire de Don Carlos lullora inedila, e della quale ha di recente pubblicati) un frammento interessantissimo : Caplivité et mori de Don Carlos : letto il 16 giugno 18o9 all’lsli-tuto di Bruselles. (2) Veggasi addietro, a pag. V2, e più avanti in altre relazioni.