V*0 RELAZIONE DI SPAGNA Finalmente rimane da considerarsi l’amicizia e intelligenza che passa a’ tempi presenti tra la maestà del re Cattolico e questa serenissima Repubblica. È stimata la signoria di Venezia alla corte di Spagna come principe indipendente da altri, di considerabili forze, e come quello senza del quale lilialmente ogni unione contra S. M. in Italia riusciria debole e di poca stima. E sebbene , per i rispetti attinenti alle cose del regno di Francia e a quelle disseminazioni che si erano fatte, era la S. V. caduta in qualche sospetto de’ spagnuoli, i prudentissimi e efficacissimi officj in diverse occasioni rappresentanti a S. M., di ordine dell’ eccellentissimo Senato , hanno interamente sincerato l’animo di lei, rimovendo le poco fondale suspicioni. E quantunque la casa d’Austria sopra lo sialo terrestre di questa Repubblica potesse suscitar alcuna morta pretensione, perchè parte di quello sia stata altre volte soggetta al ducato di Milano, parte possa appartenere all’imperio , parie si dica esser proprio suo patrimonio, però non si deve credere che S. M. debba dichiararsi nemica della Repubblica , per la riputazione delle forze sue marittime e terrestri, per la molta quantità di danaro che è fama che lei possieda , per l’ottima fortificazione delle sue città, per la diversione che potria fare dalla parte di mare c di terra, e per la sicurtà che tengono gli spagnuoli che da questa Repubblica non saranno in alcun tempo molestati, essendo inclinata , per la maniera del governo, per i commerci, per gli stati che possiede , alla pace, e finalmente perchè evidentemente conoscono le forze loro marittime non esser per sè bastanti a resistere all’ impeto e alla potenza turchesca , mentre si movesse contra i loro stali, se non fossero aiutate da quelle della Repubblica. Dall’altro canto , benché, per gl’interessi comuni, quando ccsco Toledo •« personaggio (dice il Muratori ) dottissimo della compagnia di Gesù, « il quale, quantunque spagnuolo di nascila, tenendo davanti agli occhi la sola « gloria di Dio e il bene della Chiesa, mirabilmente si adoperò per condurre a line « quell’impresa di tanlo rilievo. *• Agli ufiìcj dei Ire sunnominati si aggiunsero eziandio , non senza grande efficacia, quelli della Repubblica di Venezia, non meno sollecita , per i suoi proprj e per gli universali interessi, a mantener la bilancia tra Francia e Spagna , come ne aveva dato testimonianza nel riconoscere prima di tulli i diritti di Enrico IV, malgrado le minacce della Spagna e le rimostranze dello stesso Fonletìce non ancora determinato al grand'alto.