58 RELAZIONE DI SPAGNA sono dimostrati sempre affezionatissimi e prontissimi ai servizio dell’imperator suo padre, e suo. Ma all’incontro, sebben essa si debba chiamare a lui obbligata perchè col favore e grazia sua e dell’ imperatore abbia acquistati molti beneficj , pensioni, gradi e stati (1), nientedimeno non può esser ch’ella non si sia grandemente risentita che, nella maggior occasione della sua grandezza , il re le sia mancato del suo favore, col quale senza dubbio il cardinale saria riuscito papa. Il duca di Urbino (2), oltre alla protenzion dello stato, si trova condotto, come si sa, al servizio del re con grossissima provvisione per il suo piatto e per intertenimento dei capitani e colonnelli con 100 uomini d’arme, 200 cavalli leggeri , c 200 fanti ; in modo che ragionando meco il suo ambasciatore, che era alla corte, in questo proposito, siccome parla sempre molto, così si lasciò uscir di bocca che il suo duca stava meglio al presente di quel eh’ egli sia mai stato. Ma dall’ un canto mancando ora la causa per la quale egli fu condotto, e dall’ altro costando assaissimo la condotta sua senza più che tanto servizio del re, non essendo massimamente a quella corte in opinione di gran capitano, è parer di molti che al re finalmente abbia da rincrescer questa spesa ; e mi è stato affermato da persona assai intelligente che nel consiglio del re si era parlato di licenziarlo (3). Col duca di Parma e Piacenza (4) dimostra il re aversi dimenticate tutte le cose passate, e riconoscerlo per buon cognato , favorendo quanto sia possibile ogni sua cosa. Ha dimostrato ancora quanto ami e stimi sua sorella moglie di lui, veramente volorosissima donna , poiché sopra ogni altro 1’ ha eletta all’importantissimo governo dei paesi di Fiandra (5). Ma (1) Il Monferrato fu aggiudicalo, per sentenza imperiale del 1536, a Margherita, ultimo rampollo di quella stirpe, e moglie di Federigo II duca di Mantova, poi eretto in ducato a favore del duca Guglielmo regnante all’epoca di questa relazione. Guidobaldo II. (3) Non ne fu altro, e conservò sino alla morie il lilolo di capitan generale del re cattolico in Italia col piatto di dodici mila scudi l’anno, sebbene non troppo puntualmente pagati, come abbiamo dalle Relazioni di Urbino di Lazaro Mocenigo ( S. II, T. p. 106) e di Matteo Zane (ivi, p. 328) e da altre in questo volume. (4) Ottavio Farnese, marito di Margherita d’Austria figliuola naturale di Carlo V , e vedova del duca Alessandro de’ Medici. 5) Governo eh’essa tenne dal 1559 al 1567.