272 RELAZIONE DI SPAGNA 1)1 !.. PIIIULI. 157(>. dei disordini che potessero nascer per colpa de’ ministri, polente rimedio sarà che la S. V. con la solita prudenza sua conservi la riputazione delle sue forze e del suo buon governo , con la quale si è fatta sempre stimare grandemente da lutti i principi, e sopra tutto che stia unita in buona intelligenza con il pontefice e con gli altri principi d’Italia , e massime a questi tempi che le forze de’ francesi, per i disordini civili, non sono nella solila riputazione ; perchè queste cose congiunte alla sua antica neutralità faranno che il re Cattolico terrà sempre gran conto della sua amicizia, nè mai penserà ad offenderla. E per tener ben edificato 1’ animo di S. M; sarà necessario continuar gli oflìcj e le dimostrazioni amorevoli verso di lei, tanto che S. M. ed i ministri suoi principali conoscano chiaramente la buona mente di V. S. e il travaglio che essa sente di non poter favorir ed aiutare le cose di S. M. in tempo de’ suoi bisogni. Gioverà ancora grandemente la prudenza , la diligenza e la destrezza che il clarissimo ambascia-tor Badoer userà in quella corte in trattar i negozj di V. S. e in far i debiti uilìcj con S. M. ; perchè certo se in niuna ambascieria sono necessarie queste parti, sono più che necessarie nell’ ambascieria di Spagna , dove, per la lontananza di quella corte, è necessario rimetter molle cose alla discrezione c giudizio dell’ ambasciatore. Ed io posso assicurar la Serenità Vostra e le SS. VV. EE. che riceveranno dal clarissimo mio successore utilissimo ed onoratissimo servigio ; le laudi del quale io sarei obbligato raccontar più diffusamente e più particolarmente , se non mi sforzasse a tacere lo strettissimo parentado che ho con sua magnificenza. Seguita lodando il segretario Giulio Gerardo, che aveva pur servilo al suo predecessore, e termina col chiedere la concessione della catena donatagli dal re.