1)1 PAOLO T1EPOLO. 1363. 41 disobbedienti, insolenti, fuggitivi, e in nessun modo abili a resistere alle ferine e forti ordinanze de’ svizzeri e tedeschi. Oltre di questo, non si fida tanto il re in loro , sapendo come I siano i suoi spagnuoli da loro odiati, che volesse .nella lor fede commettere l’importanza di tutto un esercito. Per tutti questi rispetti adunque il re ne’ suoi bisogni, sia nei Paesi Bassi o sia in Italia , ha fatto il fondamento de’ suoi eserciti sopra i tedeschi, della fede dei quali e del valore più volte esperimentato sa che si può fidare , e si è contentato, per maggior sicurtà delle cose sue, che più degli altri gli costassero , e di sopportar la loro licenza così quanto spetta alla religione , come al resto. Di loro l’imperatore si serve come di proprj sudditi; ma il re, che non tiene superiorità nell’imperio, conviene averli come forestieri, e riconoscerli dai principi loro signori e da quelli che lor concedono il passo di venir ne’ suoi Ìpaesi ; talché le più importanti forze sue da terra, che consistono nella fanteria, pajono in certo modo dipendere dalla disposizione e volontà degli altri. Il medesimo si può dir della cavalleria, perchè volendola accrescere a grosso numero è necessitato ricorrere in Germania , benché poi nella cavalleria germana si possa, per diversi rispetti, desiderar quella perfezione che è nella fanteria. Mancano ancora al re per capitani de’ suoi eserciti quei Colonna , Pescara , Leva , Vasto , Borbone , Gonzaga e Mari-gnano, i quali col lor valore acquistarono all’ imperatore tante e così nobili vittorie. Tra’spagnuoli, a’quali si danno sempre i più importanti ed onorati carichi, non si nominano ora quasi altri che il duca d’Alva , il duca di Sessa, e i viceré di Napoli e Sicilia. Ma il duca d’ Alva, se bene per età ed esperienza è di gran lunga superiore a tutti gli altri, siccome quello che non n solamente ha vedute, ma come capo e generale maneggiate molte guerre in Germania, in Piemonte , nel reame di Napoli |j e nel paese di Boma, nientedimeno ha nome piuttosto di savio che di valoroso capitano ; perchè con eserciti potentissimi, ! alti ad ogni grande impresa, si è contentato di non aver perduto. Relazioni Venete. 6