DI GIOVANNI SORANZO. 1565. 95 torità della Sede Apostolica, la quale si tira dietro la Inquisizione e molte altre cose, che con il potere che lei tiene. Gli spagnuoli poi dicevano che se il re non continuava in prestar al pontefice quella obbedienza e quel rispetto che ha usato finora, le cose di Sua Beatitudine passeranno molto male per trovarsi avere perduta l’Inghilterra , la Germania , e gran parte della Francia, nè restar altri che la conservi in reputazione e grandezza che il re Cattolico ; il quale dicono esser tanto religioso che mai si vorrà separare dalla Sede Apostolica, e che quando sarà morta Sua Beatitudine ed eletto un nuovo pontefice, non mancherà il re di continuare con quello nella sua solita osservanza e buona intelligenza. Ma volendo dire il vero alla Serenità Vostra, come mi conviene, molto male è stato trattato il pontefice in quella corte. Lasciamo stare che niuna cosa che il re abbia promessa a Sua Beatitudine nel suo interesse particolare mai glie P abbia mantenuta, nè che mai sia stata pagala la pensione dei dodici mila scudi che Sua Maestà concesse al cardinale Borromeo sopra P arcivescovato di Toledo. Ma parlando delle cose più importanti, dirò come avendo in tempo mio molti cardinali mandato loro agenti in quella corte per ottener pensioni ed altre grazie dal re, li espedì S. M. tutti senza concedere niuna cosa ; e dicevano gli spagnuoli apertamente che il re non si ritrova più in termine di trattenersi con cardinali , perciocché sta certo e sicuro che , eleggano pure pontefice quello che vogliono, sempre gli converrà intendersi con S. M. ; e che se questo pontefice le ha fatto questo torto in materia della precedenza, è seguito, per dir come dicevano loro, perché è collerico e di poco giudizio. Non cura S. M. che siano creati dei cardinali spagnuoli, 3nzi non vuole che sia fatto alcuno di quella nazione ; e al Cardinal Paceco (1), quale fu eletto ultimamente da questo pontefice , piai ha voluto conceder alcun beneficio. E ritrovandomi io in corte quando lui venne per baciar la mano al re e per ottenere alcuna grazia, essendo mollo povero, con tutto che il 1) Francesco, compreso nella promozione del "26 febbrajo 1561.