DI PAOLO TIEPOLO. 1563. a5 provvisioni che hanno dal re Cattolico, come ancora per i traffichi grandissimi che fanno ne’ paesi suoi ; per i quali si fa conto che essi, fra Spagna , Napoli, Sicilia , Milano , c Fiandra, siano interessati per poco manco di dieci milioni d’oro. Ma il comodo e beneficio che all’ incontro riceve il re da questa amicizia e dipendenza non è di manco importanza; perciocché non solamente per mezzo di quella città egli viene a congiungcr i suoi stati d’Italia colla Spagna, e massima-mente il ducato di Milano, il quale da nessun’ altra parte potria esser sicuramente soccorso ; ma ancora per lei grandemente accresce le forze sue da mare, perché una gran parte della sua armata è di genovesi, oltre che quella città suole in ogni occorrenza accomodarlo delle sue galee ; e da loro si provvede di quasi tutto il danaro che ordinariamente ed estraor-dinariamente gli bisogna , col quale ha potuto sostentar guerre di grandissima importanza. Però con ragione il re non solo già operò che Francia restituisse ai genovesi la Corsica, ma ancora tuttavia procura di accomodar la diiferenza nata tra l’imperatore e loro per la causa del Finale e per la superiorità che pretende l’imperatore sopra quella città ; la quale quando fosse acconsentita, torneria a poco beneficio e comodo di lui. E se ben l’imperatore sdegnato gli abbia fatto far motto di volergli concedere il giusto titolo di quella città se esso se ne vuol far padrone, nientedimeno genovesi confidano grandemente che il re, avendo da loro quasi tutto quello eh’ egli sa desiderare, non sia per arrischiare quel che certamente tiene per tentar di far un poco più di acquisto (l). In Toscana , di molte repubbliche che erano , vi è restata sola Lucca, la quale assai piccola e debole, colla virtù, prudenza , e unione de’ cittadini, quasi miracolosamente, per i tempi che son corsi, ha mantenuta la sua libertà. Questa , ancorché riconosca la superiorità dell’ imperatore ed abbia preti) Ribellatosi nel 1558 il popolo di Finale al marchese Alfonso del Carrello, i Genovesi avevano occupato il luogo. Ma avendo il marchese appellalo all’imperatore, e questi deciso a suo favore, i Genovesi invocarono il patrocinio di Filippo II. Il quale poi, nel 1571, mandò degli Spagnuoli a presidiar quella lerra, lincile nel 1598 il marchese Andrea, ultimo di quella linea, vendette addirittura il feudo alla Spagna, la quale nel 1619 ne ottenne l’investitura dall’imperatore Matlias.