142 RELAZIONE 1)1 SPAGNA assai augumcntare di straordinario. E ne sia esempio la copia del denaro che mai gli è mancata a questi anni passati per le provvisioni necessarie alla difesa della Goletta e di Malta contro l’armata turchesca , la quale vien detto avergli fatto gettar poco meno di due milioni d’oro. E grande poi si vede esser la comodità stessa in occasione delle cose di Fiandra. Che se per innanzi, nelle occasioni di guerre , pareva pure che quel re fosse stretto, ciò da altro non veniva se non perchè non erano ancora scoperte tante maniere e tanta facilità nel trovar denari ; avvegnaché lo stare in Spagna tanto lungamente e con tanta pace, e con pensiero di provvedere, gli ha fatto scoprire quello che, stando fuora ed occupalo, non avrebbe forse conosciuto mai, nè avuto modo d’eseguirlo. Quanto a quello che tocca alla quiete intrinseca di questa provincia, dico esser la principal causa di questo la grandezza del re , e la poca potenza e il poco credito de grandi : due cose che non eran ne’ re antecessori di Ferdinando il Cattolico, godendo essi solo parte della Castiglia , perchè i regni di Granata e di Andalusia sino all’ ultimo re furon goduti da’ Mori, e avendo i regni d’Aragona , di Catalogna e di Valenza re separato, ed il simile era anco di quel di Navarra. Onde avveniva che sendo quei re di poco stato, ed in necessità continua di combatter coi Mori ; e in contrario i signori particolari assai potenti ed insolenti per il bisogno che avevano i re del lor servizio, erano astretti a procedere con essi con gran rispetto per fuggire le sollevazioni, alle quali erano pronti e facili i grandi per ogni picciola cagione, spesse volte ricorrendo senza riguardo ai re mori, come si legge nelle loro istorie. Nè mancavano molti nobili vassalli di seguitarli, poiché le grazie e mercedi, che da essi avevan sempre, li astringevano , non avendo il re di che poter esser liberale e grazioso con tutti. Al che s’aggiungeva anco la gran comodità che avevano i gran maestri dei tre ordini di beneficare i cavalieri, i quali non dal re , a cui toccava distribuire solo la dignità di gran maestro, ma dai medesimi gran maestri riconoscevano le commende ; le quali cose tutte così come indebolivano il re, così facevano gagliarde le parti de’grandi.