DI FRANCESCO VENDKAMINO. 1595. 451 mente dai grandi di Spagna , perchè rendono onore ed utilità , e sono al numero di 250, che tuli’ insieme hanno di rendita 1,500,000 scudi d’oro; se ben anco alle volte S. M. concede la croce ad alcuno senza entrata in ricompensa della servitù da lui ricevuta , che è pur stimalo assai onore da chi la riceve. Yi è poi l’ordine del Tosone, del quale S. M. è capo, clic è onoratissimo e ricercatissimo da’principi, sebbene non rende utilità alcuna ; e di questo se ne fa gran conto, e non si onorano di esso se non principi e personaggi di qualità (1). Fra tutti questi regni della Spagna si ritrovano diverse sorti di persone che sono mal coniente e poco satisfalle di quel governo, perchè tutti quei mori che in essi abitano, sendo ridotti dalla forza a farsi crisliani , e dall’ ¡stessa astretti a vivere in questa religione, sentono dispiacere incredibile ; e questi tali, che marrani si chiamano, vanno ordinariamente crescendo in numero e moltiplicando in ricchezze , poiché tulli si maritano, nò vanno giammai alla guerra , ma attendono continuamente ai traffichi e guadagni. Oltre a questi vi sono tutti i discendenti di coloro che in alcun tempo sono stati condannali dall’ inquisizione, che vivono nella Spagna disperatissimi per esser per ciò tenuti infami fino alla terza e quarta generazione, e inabili a ricevere qualunque dignità, grado o benefìzio. Appresso, tutto il regno di Portogallo va compreso in questo numero per la particolare inimicizia che ha sempre avuto co’castigliani, e per i mali trattamenti che gli vengon falli da’ spagnuoli, standosene però con malissimo animo sotto questo lor comando ed imperio. I regni d’Aragona poi, per essere stati rotti ed annullali i privilegi che aveano quando si sollevarono contro la corona per opera di don Antonio Perez segretario di S. M., (1) L’ordine del Toson d’ oro fu istituito nel 1429 (lai duca di Borgogna Filippo il buono, e portato in Spagna da Carlo V come erede di quella corona. I cavalieri furono da prima ventiquattro, ma Filippo li ottenne da Gregorio XIII di poterne accrescere il numero a suo beneplacito. I precedenti ambasciatori non menzionano quest’ordine insieme cogli altri, perche considerandoli in rispetto alla utilità pecuniaria che rendevano al re, il Tosone, come qui è dello, non ne rendeva veruna.