382 bone o nelle calze, o nelle stringhe cosa che non sia secondo il cuor suo, l’acconcia in modo che si vuol satisfare. Con questa medesima diligenza si veste gli abili pontificali quando esce in pubblico. Le udienze dopo desinare non le sogliono avere se non cardinali e ambasciatori; e molte volte ritornano senza averla, perchè dice il resto dell’ uffizio, che è il vespro e compieta, e spesso mattutino, e molte volte dorme; in che spende tanto tempo, che non si può quasi dire, nè appena credere. Entrati che son quelli che desiderano 1’udienza, molte volte il pontefice entra prima a parlare; e come quello che conosce saperlo molto ben fare, si va tanto compiacendo in questo, che chi l’interrompe, e non mostra essere maravigliato de’suoi concetti e delle sue parole, non ottiene cosa alcuna. È necessaria con Sua Santità molta pazienza e destrezza, e bisogna con alcune occasioni, che son messe nella prudenza e giudizio di chi negozia, ricercare le cose, perchè, addolcito, poi difficilmente le niega. Io mi sono sforzato accomodarmi a questa natura, nè mai andai con animo risoluto di fare alcun negozio, ma ben accomodatomi all' occasione, secondo la disposizione che avessi conosciuta in Sua Santità; il che se mi sia riuscito, o no, sia al giudizio dell’ Eccellentissime Signorie Vostre. Dei tre giorni, che sono deputati ai concistorj, che sono il lunedì, mercoledì e venerdì, e li due di segnatura, che sono il martedì ed il sabato, ne lascia molti; ma quello che esso ha dedicato all’inquisizione, con suo intervento, che è il giovedì, non lascia per alcuno accidente che possa occorrere. Mi ricordo che si dava all’arme per Roma, quando venne la nuova che era stato preso Anagni, e che ognuno stava in spavento di perdere la roba e la vita; esso, essendo il giorno deputato aH’Inquisizionc, stava intrepido, parlando delle cose appartenenti a quell'uffizio, come se non vi fusse alcuna sospe-zione di guerra, non che gl’ inimici fussero vicini alle porte.