95 che quando va a caccia, molti nobilissimi romani lo seguono, ed altri cortigiani che se ne dilettano. Eravi mes-ser Serapicca (1), fu favorito di papa Leone, molto mesto e positivo; e il cardinale mandò otto muli carichi di reticelle, che subito furono tese in una vallicella chiusa intorno da alcuni monti non molto alti, ma difficili ad ascendere; per dove aveano a passare li cervi e porci. Non erano ancora giunti i montieri, cioè conoscitori delle pecche dei cervi e d' altri animali e delle stanze loro, i quali erano andati ad appostarli; ed essendo giunti, il cardinale smontò e spo-gliossi, e restò in un saio di panno tanè di Fiandra, schietto e serrato; e cosi smontarono gli altri. Poi rimontò a cavallo, e messo per esso cardinale ognuno alla sua posta, andarono in una bellissima prateria dove aveano a passare i cervi, per mezzo alla quale scorreva un fiumicello non molto largo, ma profondo e corrente, sul quale erano assai ponticelli; ed armata anche la detta pianura con cani dei quali v’era gran numero, il cardinale montò sopra un giannetto di grandissimo prezzo, che Don Francesco , suo fratello, gli condusse di Spagna, e si volse a cacciare il cervo di dove era. E ne uscirono tre o quattro; due andarono alla rete e s'intricarono, ed uno ne rimase, l'altro fuggi. Poi furono cacciati dalla valle tre fierissimi cinghiali, dietro a' quali stettero e cavalli e pedoni e segugi e can grossi per un’ora, sempre ruzzando con essi, ora imboscati ora tratti fuori dai segugi; e fu bel vedere, e il cardinale ne prese grande allegrezza e piacere. E poi in un’ altra bellissima prateria, sulla quale non v" era che un solo albero ben piccolo ed assai basso, era preparata la credenziera del cardinale e la tavola per quattordici persone, e in capo la cattedra di sua Signoria. E così seduti gli uni sopra scadili, e gli altri in piedi mangiarono; e intanto i cani «liuti) Vedi la noti (3), pi«. U alla retanow del Giorgi.