153 le sue genti, e nondimeno si aveva trattenuto per non offendere questo stato; e facesse insieme riverenza alla Maestà Cesarea, le presentasse lettere di credenza, affermandogli la somma osservanza della Repubblica avutagli in ogni tempo, sebbene fosse stata intermessa per li mali tempi passati; e che in Bologna vi saria ampia commissione di trattare e concludere pace con lei, in mano di messer Gasparo Contarini, nostro oratore appresso il pontefice; il quale doveva giungere ivi alli ventisei del presente per abboccarsi seco. Queste due opinioni furono ballottale, e fu deliberala la prima dei Savi. Per lettere dell’ orator nostro, messer Marcantonio Vernerò, dottore, residente appresso il duca di Ferrara, si ebbe che, volendo l’imperatore andar a Bologna, aveva deliberato passar per Parma; e convenendo di far lo stesso per Modena e Reggio, aveva mandato a dimandare il duca, che tiene le dette città, di passare per quelle, e gli aveva promesso, avuto il passo, di restituirle a chi vi fosse per nome del duca; e che il predetto duca glielo aveva volentieri promesso, sperando e tenendo per certo che gli saria servata la fede e che da Sua Maestà non gli saria fatta ingiuria. Alli trenta di ottobre, messer Gabriele Yenier, oratore nostro appresso al duca di Milano, scrìve da Cremona: che il gran cancelliere di Cesare (1) era passato di li per venire a Bologna in burchio, non potendo cavalcare impedito dalle gotte; che alla visitazione non gli era parso di andare, mosso da buono rispetto; non essendo ancora seguito accordo ov-ver pace tra questo illustrìssimo Stato e l'Imperatore; anzi non essendosi sino allora dato principio al maneggio di quella. (I) 11 cardinale Mercurio da Galtinara; al quale era »tato portato a Genova il cappello, poche settimane prima, dai Ire legati pontifici!, cola spediti per incontrare l'imperatore.