258 nell’1578 dall’Aldo : edizione, che è la stessa di quella dello Zennaro (1589), mutato soltanto il frontispizio. In questi ultimi tempi videro ancora la luce le seguenti opere del Contarini : 1.a Relazione di Gasparo Contarini ritornato ambasciatore da Carlo V, letta in Senato a’ dì 16 Novembre 1525. Sta nel principio del IV volume di questa collezione delle Relazioni degli Ambasciatori Veneti. Il Codice che servì alla stampa conservasi nell’Archivio di Corte a Torino. Prima d’al-lora era inedila, e si può dire pressoché ignota tale relazione. Dai Diarii del Sanuto (Tom. XL. 213 e seg.) si sapeva però che il Contarini lesse in Senato nel suddetto giorno la sua relazione, molto copiosa , sicché r oratore durò tre ore e mezza nell' arringo : e il lungo transunto che ne dà il Sanuto corrisponde in sostanza a quella stampata. 2. Epistolac tatinae, che stanno nell’opuscolo : Ctarissimorum virorum Gaspari Cardinalis Contareni, Petri Cardinatis Bcmbi, Pierii Val eriani, Aloysii Lollini episcopi, epistolae tatinae nunc primum editae etc. Betlu-ni 1810, in 8.° Inedita rimaneva ancora la presente relazione di Roma, letta dal Contarmi in Seuato, agli otto di marzo 1530; che noi ricaviamo da un codice del secolo XVII presso S. E. il conte Leonardo Manin, uomo benemerito e versatissimo nelle storie della sua patria. Il Sanuto ne dà un ragguaglio, e aggiunge chela lettura di essa durò sette ore (t). Da questa circostanza e dall’ultimo periodo, si può facilmente conoscere, che la copia di quella relazione non è perfetta, e che la parte mancante riguardava appunto il carattere e l’influenza dei Cardinali eh’erano in Corte al suo tempo. Nondimeno ( come vedranno di per sé stessi i lettori ) quel che ci resta non è di poco momento. (ij Ecco il breve ragguaglio del Sanuto: « Adi 7 Marzo i53o, dopo desinare, in Pregadi, Gaspero Contarini, stato oratore al Sommo Pontefice mesi venti e mezzo, andò in arringo, e vi stette secce ore. Mostrò gran memoria; disse che il Papa, quando usci di Castello (Sant’Angelo) era molto inclinato a questa Signoria (di Venezia); ma, poiché gli fu tolto Ravenna e Cervia, aderì all’imperatore. È molto desideroso di avere il dominio di Fiorenza ; non che voglia la ruina di quella città, ma bensi che i Medici la dominino, come hanno fatto altre fiate. Disse, l’entrata del papa, che era prima di ducati quattrocentocinquantamila, non essere ora che di duecentomila ; per causa dell’ Alemagna fatta Luterana ; e poi, perchè papa Leone ed anche questo papa alienarono molte entrate della Chiesa. Disse della condizione di tutti i Cardinali; e sopra questo si dilatò molto; e come il Papa vuol fare quattro Cardinali a requisizione dell’Imperatore: cioè il vescovo di Osmo , confessore di Sua Maestà, l’arcivescovo di Toledo, il vescovo di Trento, e quello di Bressanone, zio dell’Imperatore e fàglio naturale dell’imperatore Massimiliano. Disse, che l’imperatore ha buon volere verso la Signoria nostra; che è di natura buona; e che vuole andare in Alemagna, chiamato da tutti, ad una Dieta per le cose della fede , ed altro ».