In questo tempo, dovendo venire in Bologna Clemente VII sommo pontefice e Carlo V eletto imperator dei Romani , per abboccarsi insieme e trattare presenzialmente le cose che con lettere non avevano potuto risolvere, lo Stato nostro col consiglio di tutti gli ordini del collegio deliberò: che, avendo il senato fatto intendere al pontefice e all'imperatore, che in questo loro abboccamento si darebbe ampia commissione ovvero mandato in Bologna a M. Gasparo Contarmi, oratore nostro in Roma, per concludere pace coll'imperatore; ed avendo al predetto collegio piaciuto assai tale deliberazione, fosse ora commesso all' orator Contarini che dovesse presentarsi al pontefice, e con la bontà e destrezza del suo ingegno introdurre la materia di Ravenna e di Cervia; supplicandolo, volesse lasciarci quelle due città, o almeno commutarle con una pensione da pagarglisi ogni anno: nel quale proposito non dovesse mancare di diligenza e di studio, talmentechè superasse sè stesso per ottenerle; dando subito avviso della risposta avuta. E perchè nel MDXX1II similmente si trattò di far pace coll' imperatore, la quale non ebbe effetto (1); li Savi dell’una e dell'altra mano, ec- (I) Di mala voglia e qua»l ailrelli piegaronti i Veneziani alla lega, pro-moMi ìq gran parte da Adriano VI, e promulgala hi Roma «'di i di Ago-rto 15*3. Alla repubblica di Venezia parve mal fermo l’accordo, e i prossimi evenU confermarono la di lei opratone. Vedi il Gtiicciardini, il Giotio, e la lettera di Girolamo Negro, nel T. I. érltr trtt'r* 4*'Principi.