¿()t Vostra Serenità; e di poi deliberò di mandare a Vostra Serenità il visconte di Torena. Lascio, d’industria, tutto il particolare, per non incorrere nelli inconvenienti, i quali nel principio del mio parlare dissi di volere schifare: le SS. VV. EE. sono memori del tutto. Rimase Sua Santità fermissima nel suo proposito di avere Ravenna e Cervia; e non potendole riavere, non si risolse mai di accostarsi alla lega. Aggiungendosi poi le difficoltà eh’ ella aveva col duca di Ferrara e colla Repubblica di Fiorenza, ed essendo stata così grandemente offesa dalli cesarei, non aveva volto 1’ animo all’amicizia loro. Onde, rimanendo Sua Santità così irresoluta, non cessava 1’ oratore Musettola ( uomo ingegnoso e di valore assai, ma di lingua e di audacia molto maggiore ) di sollecitare la Santità Sua all’amicizia con Cesare; e massime, che la ritornasse a Roma colla corte; parendo a Cesare, essere di grande ignominia sua, che il pontefice da lui fosse espulso da Roma, e se ne stesse a Viterbo, quasi come esule dalla Chiesa Romana. Il pontefice non si sapeva risolvere, ma aspettava il successo dell’esercito dei Francesi, il quale teneva assediato Napoli, ed aveva acquistato già quasi tutto il regno. Ora, essendo Sua Beatitudine in questa irresoluzione, venne finalmente l’inaspettata nuova della rotta di essi Francesi sotto Napoli, e dello esterminio di tutto quello esercito (1). Per la qual nuova Sua Santità cominciò a dare orecchio alli cesarei circa la ritornata sua a Roma; la quale finalmente si conchiuse con promissione, che presto gli fossero resti- mente per ubbidire al decreto del Senato veneto, che richiamava in vigore l’antica legge di deporre nella Cancelleria segreta le relazioni in iscritto. (I) Lautrec, che comandava l’esercito dei Francesi e dei collegati nel reame di Napoli, era morto di peste, durante t’assedio di questa città. 11 Marchese di Saluzzo, succedutogli nel comando, levò l’assedio ai 29 di Agosto , e giunto il giorno dopo in Aversa, fu sorpreso e sbaragliato dal principe F’iliberto d’Oranges. In quella battaglia caddero col Saluzzo molti valorosissimi capitani; e le celebri bande nere, guidate da Ugo de’ Pepoli , vennero intieramente disfatte.