303 luogo d’Italia, come avca fatto Cesare; perchè il passare in Italia gli era da più parti vietato; onde bisognava che Sua Santità si conducesse a Marsiglia, come a luogo più commodo ed opportuno. Si scusa anche di non poter fuggire il matrimonio, essendone tanto sollecitato e pregato dal Cristianissimo ; nè avere Sua Santità più modo di differire, perchè la putta era abile, come ben chiaramente si sapeva; e l’inabilità di lei era stata la scusa, colla quale sin allora era stato intrattenuto. Così, contro la voglia di Cesare, fu pur concluso l’andata e risoluto il matrimonio, ed anche la putta condotta a Marsiglia. Non voglio però tacere questa parte, che tal matrimonio fu fatto contra il parere di Giacomo Sai viali, e molto più della Signora Lucrezia sua moglie, la quale, anche con parole ingiuriose, si sforzò disua-dere Sua Santità, forse perchè pareva che il Salviati tenesse piuttosto le parti cesaree; e forse parendogli che il sangue non fosse conveniente a figliuolo di re, per molte ragioni; serbando l’antico esempio di Cosimo de’Medici, che non volle mai apparentarsi con grandi, benché gli fossero proposti partiti assai dai principi e dai re di Napoli. E mi ricordo avere inteso in Fiorenza, quando io v’ era oratore, che, essendo a Cosimo stato proposto un tale partito di matrimonio d' una sua figliuola con un gran principe, mandò sopra ciò a richiedere il parere di Neri del Nero, suo emulo e contrario in Fiorenza, ma sapientissimo uomo, forse per tentarlo ; il quale saviamente rispose, benché burlando : « dì a Cosimo, ch’ei s’inganna, se pensa che alla serratura della sua figliuola manchi chiave in Fiorenza ». S’immaginò Clemente, con questa parentela della nipote nel figlio del Cristianissimo, di fondare due colonne alla casa sua e alle cose sue, massime nella tanto temuta materia del Concilio; 1’ una volontaria e spontanea, l'altra sforzata. La prima era il Re cristianissimo; il quale, avendo fatto credere a Clemente che da lei dipendessero quei prin-