LIBRO SETTIMO. 3*1 virandoli con la promeffa di pronte paghe j e riduffe anco 1689 al fcrvitio alcuni Popoli dell'Afia con l’allettamento d’efen-tarli per qualche tempo da’tributi. Unì grandi proviiìoni di viveri, e da Guerra, eflendo abbondantemente foccorfo dalle Navi Chriitiane con li trafporti delle cofe neceflarie. Af-fiflè il Techelì con foccorfi di denaro, regalandolo in tefti-inònio d’honore di verte , fciabla , e mazza ferrata . Provide atico all’Armata di Mare , follecitando la fabrica dc’Lcgni nell’Arfenale, e con replicate efpeditioni, rifoluti ordini, e miilìone di foldo chiamò i Corfari d’Africa per unii fi al Capitan Bafsà. In tanto Girolamo Cornaro eletto Capitan Generale dopo la partenza del Doge aflunfe il Comando dell’armata. Continuava l’afledio di Malvafia, e tutte l’applicationi de’Noitri erano dirette a levare a’difenfori i foccorfi , eflendo per altro giudicato impofììbile ridurre a fine quell’lmprefa con la forza dellarmi. Stavano perciò difpofli in fiti opportuni Navi, Galere, e Legni inferiori , perche da tutte le parti follerò chiufì i paffi, trattenendofi il Capitan Generale in poca di-ftanza con tutto il reflante dell’armata. Haveva il Viiìre con ordini rifoluti incaricato il Capitan Bafsà di tentare in ogni maniera fcioglicrc quell’aiTedio, & a quelito fine itavano dieci Navi di Coilantinopoli , e due d’Algieri nell’acque di Mi- lo attendendo il rinforzo dell’ahre per procurare il foccorfo alla Piazza. Due Navi Venete nominate San Giufeppe, e San Marco, fotto la condotta di Alcflandro Valiero, hebbe-ro la finiilra forte d’incontrarfi nelle Turchcfche, e di refla-re doppo lungo, e fanguinofo combattimento foprafatte. Sco-perfe il Valiero l’inimico la mattina di 26. Marzo allo fpun-rare dell’alba, e difpoite le cofe alla difefà , ricevè in un cimento tanto ineguale l’incontro con fommo coraggio. Doppo quattr’hore di vigorofa refìflenza reftò la Nave San Marco incendiata. Rimafo folo il Valiero circondato da Nemici foflenne valorofamente il combattimento fino alle ventitré hore, non havendo mai ardito i Turchi d’abbordarlo : ma colpito di Cannonata in un fianco, per la quale refe fubito l’anima *cqaetd'^ a Dio, ferito Agoitino Petrina Capitano della Nave , huomo di due N<»-valorofo, rotto l’albero della Maeitra, rombato il Legno in vL più